Benedetta Rossi, un meritato traguardo o un addio alla genuinità?

Benedetta Rossi, la web creator più famosa d’Italia, cede il 51% della sua società, la Waimea, alla Mondadori: continuerà, comunque, ad esserne amministratrice, insieme al marito Marco, e manterrà la piena autonomia nella gestione delle sue attività.
Il valore dell’operazione si aggira intorno ai 7 milioni di euro, considerando che solo l’anno scorso la società ha prodotto utili per circa 4,5 milioni.
Un risultato incredibile per la Rossi: partita da zero, ha saputo costruire un mini “impero”, pur rimanendo fedele a se stessa ed a quei valori che tanto seguito ed affetto le hanno portato.
Andando oltre i numeri, argomento di economisti e pseudo tali, andando oltre il dovuto plauso per i risultati raggiunti, non può, però, non sorgere più di un ragionevole dubbio su quanto accadrà in futuro.
La forza di Benedetta è stata, da sempre, la sua genuinità, la sua semplicità.
Il suo modo spontaneo e gentile di porsi l’hanno fatta entrare in punta di piedi, nelle case di oltre 15 milioni di persone, considerando tutti i suoi profili social e il programma televisivo Fatto in casa per voi, in onda su Food Network e Real Time (Discovery) da ormai otto stagioni.
Inevitabile, dunque, chiedersi, quali saranno le conseguenze di un’operazione di tale portata.
Riuscirà la Rossi a continuare il suo percorso con la coerenza che l’ha sempre contraddistinta o la sua trasformazione di fatto da web creator a imprenditrice le farà perdere quell’aura da “signora della porta accanto” che tanto è stata gradita dal pubblico?
La ritroveremo ancora nella sua cucina a spiegarci un modo semplice per fare la pasta sfoglia o diventerà una striscia quotidiana su una delle reti Mediaset a fare concorrenza ad Antonella Clerici?
O, peggio ancora, ce la ritroveremo concorrente di un reality?
Appresa la notizia, la mente è voltata subito al periodo del lockdown e la compagnia che in quei due lunghi mesi Benedetta ha fatto a me ed a tantissimi altri.
Siamo naturalmente felici per lei, mai successo è stato tanto meritato (e di questi tempi la meritocrazia è una perla rara), ma quei due mesi di “casa” non hanno prezzo.