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Roma, la mafia cinese è sbarcata in tutta la sua atrocità nel quartiere Prenestino all’altezza del Pigneto, dove nella serata del 14 aprile Zhang Dayong e Gong Xiaoqing, rispettivamente di 53 e 38 anni, sono stati freddati con sei colpi di pistola che li hanno raggiunti alla testa e al torace. Si è trattato di una vera e propria esecuzione, i killer non volevano fare feriti e soprattutto hanno fatto attenzione che non ci fossero testimoni.
Le due vittime erano di ritorno a casa intorno alle 23,00, su una bicicletta con la pedalata assistita, sotto il portone hanno trovato i loro giustizieri che non hanno perso tempo ad aprire il fuoco contro di loro, i due non hanno forse neanche avuto modo di rendersi conto di quanto stesse accadendo, sono morti sul colpo. I sanitari del 118 e i carabinieri, chiamati dai vicini, non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.
“Mai mi era capitato di assistere a una scena del genere– ha raccontato un vicino- ora ho paura, spesso rientro tardi a casa e quello che è successo mi ha davvero spaventato. Questa è una zona tranquilla, mai successa una cosa del genere. Loro non li conoscevo, non ho nemmeno sentito gli spari, quando mi sono affacciato ho visto i corpi a terra e il 118 che tentava di rianimarli. Sono molto scosso”.
L’ombra della “guerra delle grucce” e della mafia cinese dietro il duplice omicidio
Sul duplice omicidio graverebbe l’ombra della cosiddetta “guerra delle grucce”, una faida tra gruppi criminali riconducibili alla mafia cinese, protagonisti negli ultimi anni di atti cruenti culminati spesso in aggressioni e regolamenti di conti spesso sfociati nel sangue.
Teatro della “guerra” la città di Prato, ad alta densità abitativa cinese e da tempo fiore all’occhiello per quanto concerne il settore tessile in mano per la maggior parte a imprenditori cinesi con un fatturato globale di 4 miliardi di euro, introiti che fanno gola alla mafia cinese e alla criminalità organizzata in generale. Atti criminosi che per lo stesso motivo hanno coinvolto oltre Prato altre città europee
Il nome di Zhang Dayong compare in una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia
Il nome di Zhang Dayong compare in una grossa inchiesta della Direzione distrettuale antimafia. A quanto pare l’uomo faceva parte di una organizzazione malavitosa cinese, da qui la pista del regolamento di conti tra gruppi mafiosi. D’altronde l’ipotesi della rapina è stata subito scartata dagli inquirenti, dato che soldi e telefonini delle vittime sono stati lasciati a terra insieme ai loro corpi.
Massimo riserbo sulle indagini
I carabinieri che stanno conducendo le indagini, stanno cercando di capire se le due vittime risiedessero a Roma nel palazzo davanti al quale sono stati freddati o se fossero nella Capitale per qualche motivo specifico. Su quanto emerso fino ad ora c’è il massimo riserbo, sia per la delicatezza dell’argomento quanto per il fatto che chi ha sparato non solo è a piede libero, ma non è stato ancora identificato.
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