“High Voltage”: La scintilla che accese il rock mondiale

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Quando gli AC/DC pubblicarono High Voltage nel 1975, forse nemmeno loro immaginavano di star scrivendo la prima pagina di una leggenda musicale.
Ma fu proprio così: un’esplosione di energia, chitarre elettriche, e uno stile che avrebbe segnato il destino del rock duro per decenni. L’album esiste in due versioni distinte – una australiana e una internazionale – ciascuna con un ruolo fondamentale nella costruzione del mito.
Le due anime di High Voltage
La versione originale australiana, uscita il 17 febbraio 1975, conteneva 8 brani registrati in appena 10 giorni. Il sound era ancora fortemente radicato nel blues rock, con tracce come Soul Stripper, Stick Around e una sorprendente ballata d’amore, Love Song, che la band ha poi praticamente rinnegato.
La copertina mostrava Angus Young con una lampadina sul berretto scolastico, a simboleggiare la “tensione” in arrivo.
Nel 1976, l’etichetta Atlantic decise di assemblare una versione internazionale per il lancio globale, ed il 30 aprile esce High Voltage, così come lo abbiamo conosciuto noi.
Questo nuovo High Voltage non era una semplice ristampa: era una compilation di brani scelti tra High Voltage e T.N.T., il secondo album australiano.
Con classici come It’s a Long Way to the Top (If You Wanna Rock ’n’ Roll), T.N.T. e The Jack, il disco esplose anche oltre i confini australiani.
Curiosità e aneddoti “ad alta tensione”
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Bon Scott suona la cornamusa in It’s a Long Way to the Top…: da giovane suonava in una banda scozzese.
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Il batterista Tony Currenti partecipò alle registrazioni, ma non venne accreditato ufficialmente.
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The Jack usa il poker come metafora per una malattia venerea, tipico esempio dell’umorismo provocatorio di Bon.
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Can I Sit Next to You Girl era una vecchia canzone della band, registrata originariamente con Dave Evans, primo cantante.
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La divisa scolastica di Angus fu un’idea della sorella Margaret, e diventò un tratto distintivo del gruppo.
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Atlantic Records non voleva pubblicare l’album negli USA, trovandolo troppo grezzo. Ma i live show convinsero tutti.
High Voltage ha avuto un impatto immenso.
Il suo stile diretto, minimalista e basato su riff semplici ma devastanti è diventato il modello per decine di band, specialmente nel panorama hard rock e metal. Gruppi come Motörhead, Guns N’ Roses, Airbourne e persino band più recenti come The Answer o Jet, hanno attinto a piene mani dall’energia grezza e senza compromessi degli AC/DC.
Il concetto stesso di “rock da pub” portato negli stadi nasce qui. La forza dell’album fu proprio quella di mostrare che non servivano arrangiamenti complessi per fare grande musica: bastavano chitarre distorte, testi spavaldi e tanto volume.
Musicalmente, High Voltage è un manifesto di essenzialità e potenza: non è un album complesso, ma proprio nella sua semplicità riesce a essere incredibilmente efficace. Ecco un’analisi più dettagliata della sua struttura musicale:
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Riff secchi e martellanti: Il cuore del sound degli AC/DC è sempre stato il riff, e High Voltage ne è pieno. Malcolm Young, il vero architetto ritmico della band, costruisce pattern ripetitivi ma irresistibili, spesso in 4/4, senza mai strafare. La chitarra solista di Angus Young si inserisce come una scarica elettrica, con assoli brevi ma intensi, spesso basati su scale pentatoniche minori.
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Influenze blues e boogie rock: La base di molti brani dell’album è blues: Little Lover, You Ain’t Got a Hold on Me e Soul Stripper mostrano chiaramente progressioni armoniche da 12 battute, tipiche del blues. Tuttavia, gli AC/DC alzano il volume, accelerano il tempo e rendono il tutto più ruvido, creando un ponte tra Chuck Berry e l’hard rock.
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La voce di Bon Scott: Bon Scott non era un cantante “tecnico”, ma la sua voce roca, ironica, carismatica e sfacciata, è una delle più riconoscibili del rock. Cambia registro con naturalezza tra canto parlato, urla, falsetti improvvisi e un tono da vero narratore da strada.
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Batteria quadrata, basso solido: Il lavoro ritmico è minimale ma chirurgico: batteria quasi metronomica, spesso con pattern dritti in 2 e 4. Il basso di Mark Evans (versione internazionale) o George Young (versione australiana) segue le fondamenta dei riff senza voler mai emergere, con un groove che supporta perfettamente il resto della band.
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Produzione grezza ma efficace: La produzione dei fratelli George Young e Harry Vanda (ex Easybeats) è volutamente asciutta: pochi overdub, pochi effetti, molto spazio al suono live. Questa scelta rende l’album autentico, come se stessi ascoltando la band suonare in un garage.
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L’essenza del proto-hard rock: Musicalmente, High Voltage rappresenta una tappa di transizione tra il rock blues degli anni ’60 e l’hard rock/heavy metal degli anni ’80. Ha la tensione elettrica dei Led Zeppelin, ma con meno misticismo e più concretezza. Un po’ meno sofisticato dei Deep Purple, ma molto più diretto.
Playlist – “Figli dell’Alta Tensione”
Una selezione di brani di artisti fortemente influenzati dallo stile e dall’attitudine di High Voltage:
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Motörhead – “Ace of Spades”
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Airbourne – “Runnin’ Wild”
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Guns N’ Roses – “Nightrain”
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Jet – “Are You Gonna Be My Girl”
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Krokus – “Long Stick Goes Boom”
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The Darkness – “I Believe in a Thing Called Love”
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Twisted Sister – “I Wanna Rock”
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Slash feat. Myles Kennedy – “Back from Cali”
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Rose Tattoo – “Rock ‘n’ Roll Outlaw”
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The Answer – “Under the Sky”
High Voltage non fu solo l’inizio di una carriera: fu una scossa elettrica per tutto il rock mondiale. Un album che non chiede il permesso: irrompe, suona forte, e resta scolpito nella memoria. E la sua eco risuona ancora oggi, amplificata da generazioni di band che continuano a suonare con la stessa, inimitabile alta tensione.