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Sabato 3 maggio, Medici Senza Frontiere (MSF) ha confermato che il suo ospedale di Old Fangak, nel Sudan del Sud, è stato bombardato in un attacco aereo che ha ucciso almeno sette persone e ne ha ferite altre 20.
La struttura, unica fonte di assistenza medica per oltre 110.000 persone, è stata ridotta in rovina dopo che due elicotteri da combattimento hanno preso di mira la sua farmacia, incendiandola completamente. In seguito, un attacco con un drone ha colpito il vicino mercato, causando ulteriori vittime.
L’assalto è avvenuto in un momento in cui le tensioni tra le forze del presidente Salva Kiir e i sostenitori del primo vicepresidente Riek Machar stavano aumentando, alimentando i timori di un aggravamento del conflitto.
MSF: “Attacco all’ospedale chiara violazione del diritto internazionale”
L’attacco all’ospedale di MSF, situato a 475 chilometri dalla capitale Juba, ha scatenato indignazione: MSF lo ha definito una chiara violazione del diritto internazionale.
Il gruppo medico ha inoltre sottolineato che l’ospedale è operativo nella regione da anni e che le sue coordinate sono state condivise con tutte le parti interessate.
“Non è stato un incidente. L’ospedale è chiaramente segnalato”, ha detto Mamman Mustapha, capo missione di MSF in Sud Sudan, sottolineando l’attacco deliberato. “Ci conoscono e hanno continuato a bombardare la popolazione civile”.
L’ospedale Old Fangak è stato a lungo un rifugio in una regione alle prese con un accesso limitato all’assistenza sanitaria e questo attacco lascia migliaia di persone senza cure salvavita.
L’attentato è il risultato delle recenti tensioni tra le forze di Kiir e Machar, in particolare dopo la minaccia del capo dell’esercito Paul Majok Nang di attaccare le contee di Fangak e Leer.
I suoi commenti sono arrivati dopo una serie di dirottamenti di imbarcazioni attribuiti alla milizia di Machar, l’Armata Bianca. Mentre il governo di Kiir sostiene che questi dirottamenti siano stati orchestrati dalle forze di Machar, i portavoce dell’opposizione negano con veemenza le accuse.
Il bombardamento ha causato lo sfollamento di oltre 30.000 persone
Il funzionario locale Biel Boutros Biel ha riferito che i raid aerei hanno causato lo sfollamento di oltre 30.000 persone, molte delle quali sono fuggite a piedi o in barca, a causa delle inondazioni che hanno già messo a dura prova le risorse della città. La violenza ha ulteriormente destabilizzato una regione già alle prese con una lunga crisi politica e umanitaria.
L’attacco ha suscitato la condanna internazionale, con le ambasciate statunitensi e di altri Paesi occidentali che hanno chiesto una soluzione politica urgente. Le ambasciate hanno anche esortato Kiir a rilasciare Machar dagli arresti domiciliari per riprendere i colloqui di pace.
La guerra civile che si è svolta tra il 2013 e il 2018 ha causato la perdita di circa 400.000 vite umane
Il Sudan del Sud, la nazione più giovane del mondo, è vittima di violenza fin dalla sua indipendenza dal Sudan, ottenuta nel 2011.
La guerra civile che si è svolta tra il 2013 e il 2018 ha causato la perdita di circa 400.000 vite umane, con i gruppi etnici Dinka e Nuer, che rappresentano rispettivamente Kiir e Machar, impegnati in un’aspra lotta per il potere.
MSF ha condannato questo attacco, in quanto parte di un più ampio schema di violenza governativa contro le aree controllate dall’opposizione. Il mese scorso, una struttura di MSF nello Stato dell’Alto Nilo è stata saccheggiata, aggravando la già grave situazione umanitaria della regione.

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