Perù, arrestato Massimiliano Amato latitante da 12 anni

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Massimiliano Amato, inserito nella lista dei 100 latitanti più pericolosi, è stato arrestato in Perù nella notte tra l’8 e il 9 maggio. L’ex latitante è stato condannato in via definitiva in Italia a 9 anni e 4 mesi di reclusione, tramite sentenza della Corte d’Appello di Napoli per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e per reati di detenzione, commercio e importazione nel territorio nazionale di partite di cocaina, per quantitativi ingenti, complessivamente superiori ai 50 chilogrammi.
Le indagini coordinate dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli, svolte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri del Comando Provinciale Partenopeo, hanno portato all’arresto del latitante, 55enne, soprannominato “Max ò bandito”
Anello di congiunzione con i fornitori distupefacenti
È considerato l’anello di congiunzione con i fornitori di stupefacente e coordinava le attività di importazione in Italia organizzando il trasporto su gomma, via mare o per via aerea.
Amato per lungo tempo è stato considerato elemento di spicco dell’organizzazione facente capo a Giuseppe Sabatino, del quale si dice fosse addirittura il braccio destro e ne curasse gli affari criminali in Spagna. Amato gestiva i contatti utili all’acquisto di stupefacenti nel Paese iberico, che poi arrivavano a Napoli e zone limitrofe per essere commercializzati.
Amato si era guadagnato la fiducia dei vertici dell’organizzazione, per la sua grande capacità di coordinare le attività di importazioni di droga in Italia con ogni mezzo possibile. La condanna definitiva è arrivata nel 2013, ma Amato già dal 2013 si era reso irreperibile poco dopo la scarcerazione avvenuta nella fase delle indagini preliminari.
Sul latitante le ricerche erano anche internazionali, grazie a indagini di natura tecnica si è addivenuti a localizzare Amato nella città di Lima, dove si è provveduto all’arresto. Determinante la collaborazione tra i Carabinieri del Nucleo Investigativo e il Servizio di cooperazione internazionale della polizia. Il detenuto verrà estradato al termine delle procedure di estradizione
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