Taylor Swift citata nella faida legale di “It Ends With Us”

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Taylor Swift è stata citata in giudizio nella battaglia legale sempre più intricata tra Justin Baldoni e Blake Lively, che ruota attorno alla produzione del film It Ends With Us.
La popstar, infatti, è stata menzionata nei documenti legali, sebbene non sia direttamente citata come parte in causa.
Secondo una dichiarazione esclusiva rilasciata a Variety, un portavoce di Swift ha smentito categoricamente qualsiasi coinvolgimento creativo della cantante nel film.
“Taylor Swift non ha mai messo piede sul set, non ha partecipato a decisioni di casting o creative, non ha composto la colonna sonora e non ha visto un montaggio del film fino a settimane dopo la sua uscita pubblica”, si legge nella nota.
Il suo unico contributo è stato concedere in licenza il brano My Tears Ricochet, incluso nel trailer e in una scena del film.
Tuttavia, nei messaggi di testo inclusi nella causa da 400 milioni di dollari intentata da Baldoni contro Blake Lively e suo marito Ryan Reynolds, emerge un riferimento a Swift come “l’amica mega-celebrità” presente a un incontro nell’attico della coppia a New York.
Durante quell’incontro, secondo Baldoni, Reynolds e Swift avrebbero elogiato una scena riscritta da Lively, esercitando una forma di pressione sul regista e attore.
In un messaggio successivo, Baldoni ha affermato di apprezzare le modifiche alla sceneggiatura “senza bisogno dell’intervento di Ryan e Taylor”.
Lively, in risposta, ha usato una metafora ispirata a Il Trono di Spade, definendosi una “Khaleesi” e riferendosi a Reynolds e alla celebrità non nominata come “draghi” che proteggono le persone per cui combatte.
“Tutti noi traiamo beneficio da quei miei splendidi mostri”, ha scritto, lasciando intendere che la presenza delle celebrità a sostegno delle sue idee rafforzasse la sua posizione.
In un’ulteriore complicazione, l’attrice Isabela Ferrer, parte del cast di It Ends With Us, ha raccontato a Extra che Swift avrebbe avuto un ruolo nel suo casting, sostenendo che “è stata utile durante l’audizione”, pur ammettendo di averlo scoperto solo successivamente.
La disputa legale ha avuto origine a dicembre, quando Lively ha presentato una denuncia al Dipartimento per i diritti civili della California, accusando Baldoni di molestie sessuali e diffamazione.
Dopo un articolo del New York Times che dava voce alle accuse, Baldoni ha risposto con una causa da 250 milioni di dollari contro il giornale.
A gennaio, ha poi citato in giudizio Lively e Reynolds per 400 milioni di dollari, sostenendo di essere stato diffamato in maniera orchestrata.
Gli avvocati di Lively hanno chiesto l’archiviazione della causa, definendola una ritorsione contro la denuncia originale per molestie.
Intanto, Swift, sebbene marginalmente collegata alla vicenda, è finita al centro dell’attenzione mediatica, suo malgrado. Come ha concluso il suo portavoce: “Questo documento legale è solo un tentativo di attirare l’attenzione sfruttando il nome di Taylor Swift, piuttosto che concentrarsi sui fatti”.