Mattarella: il potere delle comunità per sradicare l’odio

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo intervento in occasione della Giornata Internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, richiama con forza l’attenzione su un tema cruciale: la lotta contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere.
Le sue parole non sono solo un messaggio istituzionale, ma un appello morale e civile: “Contrastare ogni forma di emarginazione è un dovere sancito dalla Costituzione, rafforzato dagli impegni assunti dall’Italia a livello internazionale.”
Ricordare, oggi, che venticinque anni fa l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso ufficialmente l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali significa riflettere su quanto sia stato lungo, e quanto lo sia ancora, il cammino verso l’uguaglianza.
Quella decisione ha rappresentato un punto di svolta simbolico e pratico: ha posto fine a una classificazione profondamente ingiusta, che per troppo tempo ha legittimato pregiudizi, esclusione e violenza.
Tuttavia, i dati più recenti dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali parlano chiaro: le discriminazioni non appartengono al passato.
In Europa – e in Italia – molte persone LGBTQIA+ continuano a vivere in condizioni di vulnerabilità.
Giovani che subiscono bullismo a scuola, adulti emarginati nei luoghi di lavoro, persone che non possono esprimere liberamente la propria identità per paura di essere rifiutate dalla famiglia o dalla società.
È in questo scenario che assume particolare rilievo il tema della Giornata di quest’anno: “Il potere delle comunità.”
Per Mattarella, questo potere si esprime nella capacità collettiva di promuovere il rispetto, di costruire spazi sicuri, di far sentire ogni persona accolta e valorizzata.
Una comunità inclusiva non è solo quella che tollera le differenze, ma quella che le riconosce come parte essenziale della propria ricchezza.
Il Presidente sottolinea che l’uguaglianza non può restare un principio astratto: deve vivere nella realtà quotidiana. Questo significa impegnarsi, a tutti i livelli, per creare contesti educativi, culturali e sociali che contrastino l’odio, l’indifferenza e l’esclusione.
Non si tratta solo di leggi – pur necessarie – ma di un cambiamento culturale profondo.
Mattarella conclude il suo messaggio con un invito alla responsabilità condivisa: ciascuno, nel proprio ambito, può contribuire a costruire una società più giusta.
Quando le comunità si uniscono contro l’odio e la discriminazione, diventano davvero il motore del cambiamento. È in questa unione che si fonda la libertà di tutti.