Suzuki Music Party, sponsor, mood festa e figliocci riconoscenti, Amadeus riparte da ciò che ha seminato

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Per il battesimo sul Nove Amadeus è voluto ripartire da ciò che ha determinato il suo successo negli ultimi anni, una sorta di dote che il conduttore ha portato alla sua nuova azienda, ma se da una parte in access time con la rivisitazione de “I Soliti Ignoti” il conduttore è andato sul sicuro contando sulla fidelizzazione dei telespettatori al prodotto, con il Suzuki Music Party ha rischiato proponendo un minestrone di tutto il meglio che ha presentato in Arena a ogni inizio di stagione, strizzando anche l’occhio ai suoi Festival, il cui fantasma è sempre presente nonostante si cerchi di pensare a Sanremo come una esperienza ormai alle spalle.
Apprezzabili gli auguri di buon lavoro a Carlo Conti per l’avventura che lo attende nella città dei fiori, un pò meno il comportamento aziendalista del conduttore toscano che si è prestato a una finta incursione al Tg1 che aveva come unico obiettivo cercare di portare via telespettatori alla trasmissione di Amadeus. Suzuki Music Party è risultato un minestrone di contenuti, una sorta di come eravamo, più che un biglietto da visita un commiato da quelli che sono stati gli ingredienti fortunati della gestione Amadeus in Viale Mazzini.
L’ex direttore artistico ha scommesso su un programma molto complesso, a tratti noioso e talvolta con perdite di ritmo. Amadeus ha voluto con sè come padrini del suo battesimo i fedelissimi a lui riconoscenti, condendo il tutto con qualche volto amatissimo dai giovani, Anna su tutti, che se il conduttore veronese fosse stato ancora sulla plancia di comando del Festival, sicuramente sarebbe stata tra i 24 che sarebbero saliti sul palco. Probabilmente il 6/7% Amadeus lo porterà a casa, ma è evidente che non potrà vivere 4 anni sugli allori, soprattutto non potrà continuare con la paraculata dello sponsor che lo ha accompagnato gli anni passati sia in Arena che in Riviera, troppo legato alle sue esperienze in Rai e al contenzioso con Presta.
Probabilmente il rischio è stato proporre uno spettacolo musicale in un periodo dell’anno in cui di show del genere il pubblico televisivo ne ha le scatole piene e delle canzoni conosce ormai anche le virgole. Il Suzuki ha presentato il mood festa e la consolle dell’Arena nonchè i figliocci festivalieri riconoscenti al conduttore, una sorta di inchino a colui che ha dato loro popolarità e una occasione artistica. Adesso bisognerà vedere la tenuta, il Suzuki è durato una sera, riuscirà Amadeus a passare 4 anni senza ricevere le telefonate dei discografici? Gli anni di esperienza si sono visti, arriveranno anche idee nuove? Probabilmente sì, intanto teniamoci la fotocopia de I Soliti Ignoti, un format storico quale La Corrida, l’operazione nostalgia sanremese e una platea televisiva che probabilmente non sarà più quella di un tempo, d’altronde in un’epoca di programmi sempre uguali che si susseguono ogni anno ben vengano le scommesse professionali.
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