Minacce a figlia Meloni, l’autore ha tentato il suicidio

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Avrebbe tentato il suicidio il prof autore del post su Facebook nel quale ha augurato a Ginevra Giambruno, 7 anni, figlia della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, di fare la stessa fine di Martina Carbonaro, la quattordicenne di Afragola uccisa a colpi di pietra sulla testa per mano dell’ex fidanzato di diciannove anni. Lo sdegno bipartisan che ha accompagnato la vicenda e la durezza e violenza del messaggio, verso una minore, hanno innescato la reazione violenta dei social che ha avuto come conseguenza una vera e propria shit storm nei confronti dell’insegnante.
Il tentativo di suicidio
Prima di ingerire una forte dose di medicinali, secondo alcune fonti accompagnati da alcol, il prof ha avvertito la dirigente scolastica della scuola dove insegna. Informati dalla ds sulle intenzioni del prof, i carabinieri si sono prontamente recati presso la residenza del professore, insegnante di tedesco in un istituto superiore. L’uomo è stato ricoverato in codice rosso all’ospedale di Nola, ma non sarebbe in pericolo di vita.
Il professore Stefano Addeo, questo il nome dell’autore del post, raggiunto da Adnkronos ha dichiarato di non aver retto all’accanimento mediatico che c’è stato nei suoi confronti: “Ho assunto diversi barbiturici, diversi farmaci, è una situazione che non riesco a sostenere, mi sono rifiutato di sottopormi alla lavanda gastrica e ora la polizia vuole parlarmi” ha dichiarato il post all’agenzia stampa e ha aggiunto: “Ho commesso un errore, ma non dovevo essere crocifisso in questo modo, mi hanno linciato. Ho chiesto scusa, non ce l’ho fatta”.
Il tentativo di scuse e i provvedimenti contro il prof
Nelle ore immediatamente successive alla pubblicazione del post, il prof aveva chiesto scusa dicendo che si era trattato di un “gesto stupido”, ma andando a ritroso nei post pubblicati dall’Addeo sono emersi altri messaggi social pieni di odio e dello stesso tenore nei confronti dei figli dei ministri Matteo Piantedosi, Antonio Tajani e Matteo Salvini. La solidarietà del mondo politico è stata unanime, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiamato Meloni per esprimere la sua solidarietà.
Il ministro dell’Istruzione Valditara, ha dichiarato che martedì 3 giugno saranno adottati provvedimenti disciplinari nei confronti di Addeo: “La figura del docente – ha detto il ministro – è di straordinaria importanza nella formazione dei giovani, non solo nell’impartire sapere ma anche nell’educare al rispetto verso gli altri. È indispensabile che i docenti siano per primi sempre consapevoli della responsabilità e del valore sociale del loro ruolo. Non possiamo più tollerare comportamenti di singoli che sui social o in pubblico tradiscono quel decoro e quella dignità che devono caratterizzare una professione così delicata. Sanzioneremo quanti non sono degni di far parte della nostra scuola”
Il professore non rischia solo una sospensione o una radiazione, ma di dover rispondere delle sue azioni in sede penale. La Procura di Roma, sta attendendo una prima informativa dalla polizia postale e poi i pm di piazzale Clodio, i valuteranno sulla competenza territoriale del procedimento.
Addeo ha anche dichiarato di voler chiedere scusa di persona alla presidente del Consiglio: “Chiedo scusa per il contenuto del post: non si augura mai la morte, soprattutto a una bambina. Sono stato superficiale e ho chiesto supporto perfino all’intelligenza artificiale per comporre il post pubblicato sui miei profili social. Un grave errore avere detto cose così nei riguardi di una bambina. Chiedo scusa. Mi rendo conto della gravità ma in classe non ho mai fatto politica. I miei studenti mi vogliono bene. Odio ogni forma di violenza, amo gli animali, faccio volontariato. È stato un errore”
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