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Caso Orlandi: nel corso dell’ultima puntata di “PulpPodcast” (il podcast condotto da Fedez e Mr.Marra) che ha toccato temi delicati e di grande attualità, il senatore Maurizio Gasparri è tornato a esprimersi con toni netti sul caso di Emanuela Orlandi, la giovane cittadina vaticana scomparsa nel 1983.
Conosciuto per le sue posizioni spesso critiche e dirette, il capogruppo di Forza Italia al Senato ha rivelato un particolare finora poco noto, che coinvolge direttamente la Santa Sede e i rapporti tra le istituzioni italiane e il Vaticano. In particolare, Gasparri ha raccontato di una comunicazione ufficiale inviata dal Segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, al Parlamento della Repubblica Italiana, in relazione all’inchiesta sulla scomparsa della ragazza.
Il senatore, inoltre, ha voluto ribadire la propria contrarietà alla commissione parlamentare d’inchiesta sul caso (il cui lavoro è attualmente in corso), sottolineando le difficoltà giuridiche e istituzionali che emergono quando si intrecciano le competenze tra due Stati sovrani. Un passaggio significativo del suo intervento è stato dedicato anche alle critiche rivolte alla magistratura italiana e ad alcune rappresentazioni mediatiche del caso.
Queste le parole di Gasparri: “Sul caso Orlandi c’è un rapporto col Vaticano, che è uno Stato. Quando si è fatta una discussione sulle istituzioni, Parolin – che è il Segretario di Stato – ha autorizzato l’audizione del Procuratore di Giustizia scrivendo una lettera al Parlamento che autorizza a mandarlo, ma noi siamo uno Stato. Non è che il Parlamento di uno Stato può fare un’inchiesta sulla Francia su una roba e convocare i ministri francesi in una commissione d’inchiesta.
Nel caso, vedi Macron che ti risponde… Sul caso Orlandi, ragazzi, c’è la magistratura. Io ce l’ho con la Procura di Roma, che in quarant’anni non ha dato un nome e un cognome riguardo i responsabili di questa vicenda. E mi sono indignato quando in una trasmissione televisiva è stato citato Giovanni Paolo II. Una trasmissione non deve denigrare i santi.
La denigrazione di un Pontefice è una cosa vergognosa. Riguardo la commissione d’inchiesta sul caso Orlandi, non sta scoprendo nulla: poi vedremo le conclusioni. Io sono stato sconfitto, perché non volevo questa commissione d’inchiesta ma invece l’hanno fatta”.