Lively-Baldoni, il tribunale respinge la causa del regista

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Le azioni legali da centinaia di milioni di dollari presentate da Justin Baldoni e dalla sua società, i Wayfarer Parties, contro Blake Lively, Ryan Reynolds, la pubblicista Leslie Sloane e The New York Times sono state interamente respinte.
In un colpo durissimo per Baldoni, noto regista e attore protagonista dell’adattamento cinematografico di It Ends With Us, il giudice federale Lewis J. Liman ha archiviato due delle più significative cause legali intentate contro nomi di spicco dell’industria dell’intrattenimento.
La decisione, emessa lunedì 9 giugno, ha visto il tribunale dichiarare infondate le accuse di estorsione e diffamazione mosse da Baldoni.
I querelanti non sono riusciti a dimostrare che le parti accusate avessero agito con “effettiva malizia” — un elemento legale cruciale nei casi di diffamazione, soprattutto quando coinvolgono figure pubbliche.
Il giudice Liman ha chiarito nella sua ordinanza che le affermazioni di Lively sono protette in quanto rilasciate nell’ambito della sua denuncia presso il California Civil Rights Department (CRD).
Inoltre, non vi sono prove che Reynolds, Sloane o il New York Times abbiano diffuso dichiarazioni false con consapevolezza della loro falsità, o in modo irresponsabile.
Le dichiarazioni riportate, secondo la Corte, rientrano nel legittimo diritto di cronaca e di opinione, anche se scomode per Baldoni e la sua squadra legale.
Tuttavia, il giudice ha concesso ai legali di Baldoni una finestra fino al 23 giugno per modificare e ripresentare le accuse legate all’inadempienza di patti impliciti e all’interferenza contrattuale.
I legali di Blake Lively hanno accolto con entusiasmo la sentenza, definendola “una vittoria totale e una completa rivendicazione” non solo per l’attrice, ma anche per Reynolds, Sloane e il New York Times, bersagliati — a loro dire — in una “causa di ritorsione”.
Hanno inoltre annunciato l’intenzione di procedere con una richiesta di rimborso delle spese legali, danni punitivi e tripli, sostenendo che i Wayfarer Parties abbiano abusato del sistema giudiziario.
Anche l’avvocato di Leslie Sloane, Sigrid McCawley, ha espresso soddisfazione per la decisione: “La Corte ha chiarito che la mia assistita non ha commesso alcun illecito. È stata ingiustamente trascinata in questa vicenda”.
Il New York Times, da parte sua, ha ribadito la correttezza della propria copertura giornalistica sulla denuncia di Lively, che risale al dicembre 2024 e che accusa Baldoni di molestie sessuali e ritorsione. Accuse che l’attore nega fermamente.
Nel frattempo, la causa originale di Lively contro Baldoni prosegue e il processo è previsto per marzo 2026.
Entrambe le star dovrebbero testimoniare. Gli sviluppi futuri promettono ulteriori scosse a Hollywood, in un caso che mescola fama, accuse gravi e battaglie legali che mettono alla prova i limiti del sistema giudiziario americano.