Lecce, il matricida confessa: “La ho uccisa perchè mi ha sgridato”

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Lecce, Filippo Manni, 21 anni, omicida della madre, ieri 17 giugno a Racale nel basso Salento, oggi ha risposto alle domande dei magistrati senza mostrare alcun cenno di ravvedimento. L’omicida avrebbe cominciato ad infierire con un’ascia sulla donna dopo aver subito dalla medesima l’ennesimo rimbrotto, battibecchi comuni tra genitori e figli, il letto da rifare o l’ora tarda nel rincasare. Qualcosa di perverso e sadico è balenato nella testa del giovane, che salito al piano superiore, ha staccato l’arma che adoperava nei boy scout e ha colpito la donna sul capo almeno cinque volte.
L’omicidio e la cattura del giovane
La donna, Teresa Sommario, 53 anni, separata dall’ex assessore ai lavori pubblici del paese e madre di tre figli, due dei quali gemelli, maggiorenni fra un mese, stava seduta e lavorava al pc in smart working, non ha avuto nemmeno il momento di reagire e provare a fermare la furia omicida del figlio, studente di Economia all’Università La Sapienza di Roma, tornato in Puglia nel paese d’origine per la festa patronale e qualche giorno di vacanza. Dopo essersi avventato sulla madre, Manni ha cominciato con la stessa arma a distruggere il computer della donna.
Il giovane studente ha confessato il delitto nel corso dell’interrogatorio sostenuto davanti alla pm Simona Rizzo. Manni avrebbe colpito a morte la madre perché non ce la faceva più a sentire i suoi rimproveri e ha sfasciato il pc “perché parlava”. Davanti al magistrato il giovane ha parlato di un momento di black out in cui ha perso il lume della ragione, ma non ha mai dato segno di pentimento: “Ad un certo punto mi si è spento tutto. Sono salito al piano di sopra, ho preso l’ascia e l’ho uccisa. Altre volte per scherzo l’ho pensato, dicendoglielo, e oggi (ieri, ndr) l’ho fatto”
Una volta compiuto il crimine, l’omicida è uscito di casa e ha vagato senza una meta precisa prima di essere rintracciato dai carabinieri sulla strada per Torre Suda. Il giovane era a torso nudo ed in evidente stato confusionale, durante l’interrogatorio in carcere ha detto che non voleva fuggire: “Volevo andare al cimitero a trovare mia nonna oppure a fare il bagno a mare” ha fatto mettere a verbale.
I rapporti con la madre
A parte le comuni ramanzine che il giovane non tollerava più, ultimamente c’erano state delle frizioni con la madre, Manni aveva avuto un incidente durante il quale era andata distrutta l’auto di famiglia e anche sul percorso universitario c’erano stati problemi, il giovane appassionato di chitarra voleva unicamente coltivare la passione per la musica e iscriversi a un corso per perfezionarsi.
La donna lavorava da circa 20 anni presso l’ufficio acquisti della Cnh Industrial di Lecce, i sindacalisti della Cisl, Maurizio Longo e Donato Congedo la ricordano come una donna profondamente legata alla famiglia e ai colleghi di lavoro:
“La ricordiamo profondamente legata alla sua famiglia. Teresa, aveva l’abitudine di abbracciare tutti prima dell’inizio della giornata lavorativa. Un gesto semplice, ma potente, che serviva a stemperare l’ansia di una giornata ricca di impegni e sfide. Teresa – raccontano – mostrava con orgoglio le foto dei suoi ragazzi dal cellulare, fiera dei traguardi che raggiungevano. Quante cene fuori dall’orario di lavoro, quanti incontri, a cui spesso portava i suoi figli quando erano più piccoli”.
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