Napoli 4Ever Show flop: salta il concerto di 50 Cent

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Tra accuse, biglietti fantasma e contratti mancanti: cosa è successo davvero dietro l’evento mai nato a Piazza del Plebiscito
Il tanto atteso concerto di 50 Cent a Napoli, previsto per l’8 luglio in Piazza del Plebiscito, è stato ufficialmente annullato, scatenando polemiche, delusione e una lunga scia di dubbi. A comunicarlo è stato lo stesso rapper statunitense, al secolo Curtis James Jackson III, attraverso un post su Instagram nel giorno del suo cinquantesimo compleanno.
“Gli organizzatori non hanno rispettato i termini concordati”, ha scritto, assicurando ai fan che verranno rimborsati. Ma dietro lo show saltato c’è molto di più di un semplice problema logistico o commerciale.
Un’estate amara per Napoli
Il concerto di 50 Cent non è stato l’unico a sfumare. Prima di lui, anche le esibizioni di Mary J. Blige e John Legend, fissate per il 6 luglio sempre a Piazza del Plebiscito, sono state cancellate.
Il tutto doveva rientrare nel format The 4Ever Show, promosso dalla società americana Dream Loud in collaborazione con l’organizzatore italiano Alpha Srl. La promessa era ambiziosa: portare a Napoli grandi nomi internazionali per un evento che celebrasse la libertà, l’uguaglianza e l’intrattenimento globale.
Tuttavia, le basi sembravano poco solide sin dall’inizio. John Legend ha sconfessato pubblicamente la sua partecipazione: “Quegli annunci sono stati pubblicati senza la mia approvazione”, ha dichiarato l’artista sul suo profilo Instagram il 30 giugno. Poche ore dopo, è seguita la comunicazione ufficiale della Dream Loud, che attribuiva l’annullamento dell’evento a “vendite inferiori alle aspettative”.
Organizzazione traballante e conti non saldati
Al di là delle dichiarazioni ufficiali, emergono particolari che delineano un quadro ancora più preoccupante.
Secondo fonti vicine al Comune di Napoli, non è mai stato pagato l’anticipo per l’occupazione di Piazza del Plebiscito, né risulta effettuato alcun allestimento tecnico. Il SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive), che gestisce gli aspetti autorizzativi e logistici per eventi pubblici, conferma che nessun pagamento è stato ricevuto da parte degli organizzatori.
Il sindaco Gaetano Manfredi ha cercato di prendere le distanze dall’intera vicenda, sottolineando che si tratta di una produzione privata. “Non mi sono occupato personalmente della questione, ma da quello che so non sono stati venduti abbastanza biglietti e la promozione non è stata adeguata”, ha dichiarato.
Eppure, per quanto riguarda il live di 50 Cent, alcune fonti riportano che le vendite erano andate bene, ma i costi di produzione erano troppo elevati per essere sostenuti. Questa contraddizione alimenta sospetti e malumori, anche tra i fan che avevano acquistato i biglietti, apparsi e poi spariti misteriosamente dalle piattaforme come VivaTicket e TicketOne.
Un danno d’immagine per la città
In una stagione che ha visto Napoli protagonista della scena musicale, con lo Stadio Maradona pieno per artisti come Gigi D’Alessio, Nino D’Angelo e Vasco Rossi, lo scandalo 4Ever Show rappresenta un duro colpo per l’immagine della città.
I concerti saltati alimentano interrogativi non solo sull’affidabilità degli organizzatori, ma anche sulla gestione dei grandi eventi in spazi pubblici iconici come Piazza del Plebiscito.
“Siamo ospitanti, non promotori dell’evento”, ha dichiarato Ferdinando Tozzi, consigliere delegato del sindaco per l’industria della musica e dell’audiovisivo, sottolineando come il Comune fosse all’oscuro di molti dettagli.
Il futuro degli show internazionali a Napoli
Le parole finali di 50 Cent – “Tornerò molto presto in Italia” – cercano di lenire la delusione dei fan, ma il retrogusto amaro resta. Resta anche il dubbio su quanto fosse reale e concreto l’intero progetto del 4Ever Show. Contratti firmati? Artisti consapevoli? Palchi mai montati, biglietti venduti e poi rimborsati.
Napoli merita una gestione più trasparente e professionale degli eventi culturali di caratura internazionale. Il rischio, altrimenti, è che occasioni di grande visibilità si trasformino in figuracce globali. E a farne le spese, oltre al pubblico, è l’intera immagine di una città che ha dimostrato di saper accogliere, con passione e calore, anche i più grandi nomi della musica mondiale.