Prime, inchiesta su Calciopoli bloccata, Ravezzani non ci sta: “Noi non ci pieghiamo”

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Ravezzani non ci sta e difende e tutela il lavoro del suo gruppo di lavoro. Prime inspiegabilmente e senza dare motivazioni adeguate ha improvvisamente detto di no all’inchiesta su Calciopoli ideata e realizzata dal gruppo di lavoro del direttore di TeleLombardia. “Una grande inchiesta” come ha spiegato lo stesso giornalista l’11 luglio sul suo profilo X, realizzata su Calciopoli a 20 anni dallo scandalo che cambiò il volto del calcio italiano, “dando voce a tutti i protagonisti” per capire se sia stata veramente fatta giustizia.
Tornando a parlare sui social sull’argomento e nel silenzio assordante di Prime, che dopo aver pubblicizzato il docufilm inchiesta, ne ha immotivatamente bloccato la messa in onda sulla piattaforma a quattro giorni dalla messa in onda, Ravezzani ha precisato: “Tranquilli. La nostra inchiesta su Calciopoli potrete vederla e resterà il documento più completo mai realizzato su questo tema. Chi ne ha timore o la giudica senza averla vista dovrà farsene una ragione. Noi non ci pieghiamo”
Dalla genesi del progetto al blocco di Prime
Fabio Ravezzani ha raccontato quanto accaduto, in diversi post su X lo scorso 11 luglio, quando era stato da poco informato sul voltafaccia di Prime, sottolineando quanto la stessa piattaforma si fosse mostrata entusiasta per il progetto:
“Decidiamo di fare una grande inchiesta su Calciopoli 20 anni dopo, la linea scelta è non partire da una tesi precostituita. Volevamo far parlare tutti i protagonisti (PM Narducci, Moggi, giudici, calciatori, giornalisti) per capire se davvero era stata fatta giustizia. Ne è venuto un lavoro bellissimo grazie a @PinoVaccaro77 e @gario79 una vera pietra miliare con immagini del processo, interviste esclusive, intercettazioni mai sentite prima. Il tutto facendo parlare accusa e difesa senza pregiudizi. 10 puntate che sono testimonianza storica.
Abbiamo affidato il lavoro (immenso) a Videa, società specializzata nella distribuzione di questo genere di produzioni che contatta Prime, subito interessata. Mandiamo tutto il materiale e Videa ci dice che Prime Video caricherà l’inchiesta sulla piattaforma dal 15 luglio. Iniziamo a promuovere ‘Calciopoli ultimo atto’, ma improvvisamente Videa riceve uno stop da Prime Video. Il settore PR (?) vuole approfondire i contenuti dell’inchiesta perché Prime ha rapporti importanti con i club di cui trasmette le gare di Champions.
Passano i giorni, nessuno si fa vivo. Il 15 luglio ci sarà a Roma la presentazione dei nuovi contenuti su Prime Video dove ci avevano detto ci sarebbe stata l’inchiesta. Finalmente oggi (11 luglio ndr) arriva il no di Prime perché la sezione PR non ha giudicato opportuna la pubblicazione. Ora, a 20 anni di distanza, senza nessuna volontà di manipolare la storia, anzi con l’unico scopo di cercare la verità sentendo tutte le parti in causa (molto interessante il contributo di Narducci) c’è ancora qualcuno che teme di disturbare i grandi club raccontando Calciopoli
Abbiamo subito preso contatti con altri broadcaster (se Prime non ci avesse tenuto in ballo mesi era meglio) e Calciopoli Ultimo Atto la vedrete. Vi faremo sapere dove e quando. Di sicuro sulle nostre reti. Resta l’amara constatazione che cercare la verità spesso non conviene”
Calciopoli fa ancora paura?
Un episodio che fa riflettere su come a distanza di 20 anni ci siano ancora delle remore verso chi voglia andare a fondo alla questione Calciopoli. Nella risposta data a Videa, Prime ha sottolineato quanto la piattaforma abbia rapporti di collaborazione con i club di cui trasmette le partite di Champions. Sono stati i club ad “invitare” la piattaforma a pubblicizzare e mandare in onda “Calciopoli Ultimo Atto” ? Dopo uno stop arrivato a quattro giorni dalla messa in onda è lecito chiederselo.
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