Firenze, nel Museo della moda 40 abiti del ‘900

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Firenze – il Museo della moda allestito a Palazzo Pitti a Firenze, cambia la selezione dedicata al Novecento e propone un nuovo capitolo della storia del costume italiano. Quaranta nuovi abiti del secolo scorso, mai usciti dal deposito e disposti per epoche, dagli anni Venti a oggi, sono esposti all’interno del museo, presentati in ogni sala da un dipinto esposto, in dialogo con i look proposti. Un rinnovamento che arriva a un anno esatto dall’apertura del rinnovato museo.
L’organizzazione delle sale
La prima sala è dedicata agli anni Venti, forieri della moda charleston, a rappresentarli un Trittico di Galileo Chini in dialogo con l’abito indossato dalla moglie dell’artista alla prima di Turandot al Teatro a La Scala di Milano il 25 aprile 1926. Presenti a ricordare quegli anni i look tipici delle flapper girl, realizzati in sete pregiate, talvolta con accenti esotici e motivi decorativi ispirati all’India, alla Cina e al Giappone.
Le due sale successive sono dedicate alla moda tra le due guerre, accanto all’Art déco sono presenti abiti che richiamano il glamour cinematografico anni Trenta. Il clima culturale e politico dell’epoca richiamava anche ad uno stile più sobrio e ad una eleganza classica, a fare da guida in questa sala il dipinto di Felice Casorati, Lo Straniero.
Spazio poi alla moda del dopoguerra, è presente anche un abito realizzato da un giovanissimo Yves Saint Laurent creato per la maison Christian Dior che lo stilista guidò dal 1957 al 1960, accanto a questa creazione tra corsetti e gonne a ruota, sono presenti tre abiti appartenuti a Ingrid Bergman, tra cui un Gattinoni.
Le tre sale successive sono interamente dedicate alle mode degli anni Sessanta e Settanta, alcuni ispirati alla Space Age dall’estetica futuristica per l’epoca, altri con look a trapezio, sia i primi che i secondi firmati da stilisti quali André Courreèges, André Laug e Pierre Cardin. L’ultima sala è invece interamente dedicata a Roberto Capucci e Enrico Coveri, il primo rappresentato dai suoi abiti- scultura, il secondo dagli iconici look di pailettes.
L’intenzione dei curatori della Mostra e le dichiarazioni di Simone Verde, direttore delle Gallerie degli Uffizi
Questo nuovo allestimento, visibile da oggi, 17 luglio, resterà in mostra per circa un anno. L’intenzione dei curatori della mostra è quella di rinnovare ogni anno le collezioni, esponendo a rotazione i pezzi a disposizione in un archivio che ad oggi è composto da circa 15.000 pezzi tra abiti e accessori.
Simone Verde, direttore delle Gallerie degli Uffizi ha spiegato che la selezione visibile da oggi racconta la moda del Novecento come linguaggio visivo e culturale, in dialogo costante con la pittura e le arti: “Questa nuova selezione di abiti racconta la moda del Novecento come linguaggio visivo e culturale, in dialogo costante con la pittura e le arti. La moda si rivela così non solo specchio della trasformazione del femminile, ma anche patrimonio di forme, materiali e visioni che affianca e arricchisce la narrazione figurativa dell’arte”
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