Pedro Rodríguez, padre coraggioso contro l’odio del web

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Nel giorno in cui ogni bambino dovrebbe sentirsi al centro del mondo, Marc, figlio dell’attaccante della Lazio Pedro Rodríguez, ha ricevuto una valanga di odio.
Non perché avesse fatto qualcosa di sbagliato, ma perché aveva scelto di festeggiare il suo ottavo compleanno indossando un vestitino con le spalline e una tiara scintillante, in linea con il tema “Lilo & Stitch” della sua festa. Una scelta colorata, leggera e – soprattutto – sua.
La foto postata su Instagram dal calciatore, che lo ritraeva sorridente insieme alla compagna Patricia e al piccolo Marc dietro a una torta allegra, è stata travolta da migliaia di commenti carichi di sessismo, omofobia e violenza verbale.
“Maschio o femmina?”, “Riprenditi tuo figlio”, “Perché vestirlo da ragazza?” sono solo alcuni dei messaggi che si sono riversati sul profilo del calciatore, innescando un’autentica shitstorm.
Un’ondata d’odio verso un bambino che voleva solo essere se stesso.
Pedro, 37 anni, ex stella di Barcellona, Chelsea e della Nazionale spagnola, non ha cancellato il post. Ha scelto, invece, di limitare i commenti, tutelando suo figlio senza negare ciò che è: un bambino libero, amato, protetto.
Il gesto di Pedro è diventato un atto politico, sociale, e soprattutto umano. “Marc è mio figlio, e io lo amo esattamente per com’è. Non mi interessa se qualcuno storce il naso: io so quanto è speciale, quanto è amato, e quanto è libero”, ha dichiarato.
Una risposta che vale più di mille parole, il miglior scudo contro la tempesta di ignoranza.
L’episodio apre una riflessione urgente e necessaria: quanto è profondo l’odio che ancora infetta i social network? Quanto è pericoloso un ambiente in cui anche l’innocenza di un bambino viene attaccata con ferocia, solo per non aderire a uno standard imposto?
L’omofobia, il sessismo e l’intolleranza non sono mai scomparsi: si sono solo mascherati, e oggi trovano nel web un palcoscenico illimitato dove esprimersi senza filtri e senza vergogna.
L’odio digitale non è solo un problema etico, ma un rischio concreto per la salute mentale, lo sviluppo e la libertà di espressione delle persone più vulnerabili, come i bambini.
Marc, in questo caso, ha avuto la fortuna di avere accanto un padre che lo protegge, che si espone, che rivendica con fierezza il diritto del figlio a essere ciò che è. Ma non tutti i bambini hanno questa fortuna.
Non sono mancati, per fortuna, i messaggi di sostegno.
La conduttrice spagnola Amor Romeira ha commentato: “Quanto è fortunato tuo figlio a crescere con te e quanto siamo fortunati noi ad avere un padre che capisce che il vero amore è ciò che libera, non ciò che limita”. E ancora: “Spero davvero e mi aspetto che più padri nel mondo abbiano la sensibilità, il rispetto e il coraggio che hai dimostrato tu!”.
Un’ondata di solidarietà è arrivata da utenti comuni, da personalità del mondo dello spettacolo e anche da tifosi di altre squadre. E anche la Lazio ha scelto di esporsi pubblicamente, pubblicando un messaggio semplice ma importante: “Solidarietà a Pedro e al figlio Marc per l’odio online subìto”.
Pedro non è solo un calciatore con una carriera straordinaria – 25 trofei tra Barcellona, Chelsea e la Spagna – ma oggi è anche il simbolo di un genitore che sceglie l’amore incondizionato contro il conformismo tossico.
Di un padre che si mette davanti al figlio come uno scudo, pronto a fermare ogni insulto. Perché essere padre significa anche questo: saper combattere contro ciò che ferisce la libertà dei propri figli.
Nel mondo in cui viviamo, in cui un semplice vestito diventa una colpa, abbiamo bisogno di esempi come quello di Pedro. E abbiamo bisogno di dire, forte e chiaro, che ogni bambino ha il diritto di sentirsi libero, amato e protetto. Senza paura. Senza vergogna.
Da parte de Il Tempio News, un grandissimo augurio di buon compleanno al piccolo Marc: continua a splendere come solo chi è davvero libero sa fare.