Trump- Putin, il vertice è un flop, lunedì Zelensky a Washington, ma la tregua non è sul tavolo

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Come ampiamente prevedibile il vertice Trump-Putin si è trasformato in un banale evento mediatico che ha catalizzato l’attenzione del mondo. Ai tempi della guerra fredda nessuno avrebbe mai immaginato che 50 anni dopo gli USA e la Russia sarebbero andati così d’accordo da perculare Unione Europea, NATO e ONU. Parliamoci chiaro, a Trump dell’Europa e dell’Ucraina non interessa nulla, vorrebbe semplicemente trarre profitto da quella che lui reputa una scocciatura, una guerra in Europa non voluta da lui e che a suo avviso sta togliendo risorse all’economia americana.
Putin dal canto suo non è interessato al cessate il fuoco, sta vincendo da solo contro tutti e sicuramente adesso non farà un passo indietro, ergo il risultato di tutto ciò sta nelle decisioni di Zelensky di rivedere le sue posizioni e porre fine al conflitto. E’ vero, rafforzerebbe Putin e creerebbe un fastidioso e pericoloso precedente, il dittatore russo potrebbe decidere di invadere gli altri stati indipendenti nel vago tentativo di riformare la vecchia Unione Sovietica, ma al momento l’unico modo per fermare la guerra è accettare le condizioni di Mosca oppure andare avanti a oltranza col rischio che Putin se la prenda anche con chi appoggia il presidente ucraino.
Un vertice da cui escono tutti sconfitti
Dal vertice ne escono sconfitti tutti, soprattutto ne esce sconfitta la diplomazia e ne esce sminuita l’Europa, i leader europei completamente ignorati da Trump in Alaska, sono stati contattati dal presidente USA nella mattinata del 16 agosto e messi a parte di quanto accaduto nell’incontro con Putin. Trump a parte i sorrisi, gli applausi e le strette di mano, di fatto non ha fatto altro che ribadire e sottoscrivere il pensiero del leader russo: “niente cessate il fuoco, pace duratura alle condizioni di Mosca”.
Questa mattina Trump ha provato a rivendere all’Europa le condizioni del Cremlino come fossero una conquista, di fatto si è nella situazione in cui si era prima del 15 agosto, lunedì 18 agosto, Zelensky si recherà a Washington e difficilmente accetterà la pace così come proposta da Putin, da lì il presidente ucraino, comincerà il tour europeo col cappello in mano per chiedere soldi e armi. Zelensky per l’UE da tempo è un problema economico, la presa di posizione contro la Russia li ha costretti ad acquistare mezzi energetici dagli USA a quattro volte il prezzo precedente, per non parlare dei costi militari, ma finanziarlo e battere i pugni sul tavolo contro Mosca, fa sentire tutti più importanti e soprattutto parte in causa.
I morti di Kiev come quelli di Gaza
I morti di Kiev per l’UE sono come quelli di Gaza, ci si mostra arrabbiati e sbalorditi, ma gli interessi personali prevalgono su quelli comuni, interesse di Strasburgo è prendersi il merito di un futuro e incerto passo indietro di Mosca e mettere il suo cappello sul tavolo della pace, ma i leader europei ben sanno che tale condizione non si verificherà e non sanno come uscirne senza fare brutta figura.
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