
#image_title
Arnaldo Pomodoro, gigante della scultura italiana, si è spento domenica 22 giugno a Milano, avrebbe compiuto 99 anni oggi 23 giugno. A dare la notizia della dipartita tramite un post sui social, la direttrice generale della Fondazione intitolata al maestro, Dott.ssa Carlotta Montebello. “Arnaldo Pomodoro si è spento ieri sera, a Milano all’età di 99 anni nella sua casa. Con la sua scomparsa il mondo dell’arte perde una delle sue voci più autorevoli, lucide e visionarie”. “Il maestro – ha sottolineato Montebello in un post su Facebook – lascia un’eredità immensa, non solo per la forza della sua opera, riconosciuta a livello internazionale, ma anche per la coerenza e l’intensità del suo pensiero, capace di guardare al futuro con instancabile energia creativa”.
La direttrice nel messaggio ha sottolineato che la Fondazione che dirige continuerà a impegnarsi, facendo tesoro degli insegnamenti del maestro: “Non ho mai creduto alle fondazioni che celebrano un solo artista come unicum. L’artista è parte di un tessuto di cultura, il suo contributo attivo non può venire mai meno ed è per questo che ho concepito la mia Fondazione come un luogo attivo e vivo di elaborazione culturale, oltre che come centro di documentazione della mia opera, capace di fare proposte originali e non solo di conservare passivamente. Ma il meglio deve ancora venire: questo è stato solo un inizio e nelle mie intenzioni il progetto – rivolto ai giovani e al futuro – si deve radicare, fare della continuità un elemento ineludibile…”
“La Fondazione, nata da questa visione e forte della direzione tracciata da Arnaldo Pomodoro nel corso di trent’anni – ha osservato ancora Montebello – continuerà ad operare secondo la volontà del fondatore, garantendo la conservazione e la valorizzazione della sua opera, impegnandosi a diffondere il proprio patrimonio materiale e immateriale attraverso la realizzazione di mostre, eventi e iniziative in uno spazio inventivo, quasi sperimentale, di studio e confronto sui temi dell’arte e della scultura, che mira a un coinvolgimento, profondo e globale, con le persone e la società. Mancherai a tutti noi Arnaldo e faremo tesoro dei tuoi insegnamenti”.
Vita e Opere di Arnaldo Pomodoro
Nato a Morciano di Romagna, in provincia di Rimini, il 23 giugno 1926, Pomodoro ha attraversa tutto il XX secolo ne ha dato forma tangibile. Le sue Sfere, i Dischi, le Colonne fratturate e gli ambienti scultorei monumentali sono espressione di un pensiero complesso: un’arte che cerca di rivelare, attraverso la materia, ciò che è nascosto, ciò che è profondo, ciò che è sacro.
Prima di diventare artista, Pomodoro si forma come geometra e si avvicina inizialmente al mondo dell’oreficeria e della scenografia. Con il fratello Giorgio “Giò” Pomodoro (1930-2002) e Giorgio Perfetti (1932-1961) fonda il gruppo 3P, nato per rinnovare l’arte orafa, in una sintesi tra artigianato e invenzione.
Il trasferimento a Milano nel 1954 segna l’inizio di un cammino radicale. Espone nel 1955 alla Galleria del Naviglio e da lì sviluppa un linguaggio plastico personale, profondamente riconoscibile. La capitale economica d’Italia diventa il suo laboratorio creativo, e Pomodoro vi resterà tutta la vita.
La produzione artistica di Pomodoro è immensa e disseminata in tutto il mondo. Le sue opere pubbliche sono presenti, ad esempio, a Roma, Milano, Copenaghen, Brisbane, Dublino, New York, Parigi, Los Angeles e Darmstadt. Tra le sue opere più iconiche: ‘Colonna del viaggiatore’ (1962), opera pionieristica nella scultura volumetrica, realizzata per ‘Sculture nella città’ a Spoleto; ‘Disco Solare’ (1991), donato alla Russia e collocato a Mosca durante il disgelo post-sovietico; ‘Papyrus’ (1992) a Darmstadt, in Germania; ‘Lancia di Luce’ (1995), obelisco in acciaio e rame a Terni; il portale bronzeo del Duomo di Cefalù (1998); gli arredi sacri nella chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, in collaborazione con l’archistar Renzo Piano.
Numerose sono le sue opere ambientali: dal progetto per il cimitero di Urbino del 1973 scavato dentro la collina urbinate, poi non realizzato a causa di contrasti e problemi locali, a ‘Moto terreno solare’, il lungo murale in cemento per il Simposio di Minoa a Marsala, dalla Sala d’Armi per il Museo Poldi Pezzoli di Milano, all’environment ‘Ingresso nel labirinto’, dedicato all’epopea di Gilgamesh. Pomodoro ha anche progettato scenografie teatrali di grande impatto, per tragedie greche, drammi contemporanei, opere liriche, ricevendo il Premio Ubu per le sue creazioni sceniche.
La sua arte è stata esposta nei più importanti musei e centri d’arte del mondo. Memorabili mostre antologiche lo hanno consacrato artista tra i più significativi. Tra le principali esposizioni: Rotonda della Besana a Milano (1974), Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (1976), Forte Belvedere a Firenze (1984), Palazzo dei Diamanti a Ferrara (1987), Museo all’aperto di Hakone in Giappone (1994), Marlborough Gallery a New York (1996), Torre di Guevara a Ischia (2003). Fortezza del Priamar a Savona (2007).
Numerose le esposizioni itineranti tra Europa, Stati Uniti, Australia, Giappone, e una straordinaria capacità di dialogare con paesaggi urbani e naturali. Ha insegnato nei dipartimenti d’arte delle università americane di Stanford University, University of California a Berkeley e Mills College.
Riconoscimenti internazionali
Pomodoro ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali: Premio alla Biennale di San Paolo (1963), Premio alla Biennale di Venezia (1964), Carnegie International Prize (1967), Premio Henry Moore, Hakone (1981), Praemium Imperiale per la Scultura della Japan Art Association (1990), Lifetime Achievement Award dell’International Sculpture Center di San Francisco (2008). E’ stato insignito della laurea honoris causa in Lettere dal Trinity College di Dublino (1992) e in Ingegneria dall’Università di Ancona (2001). Era Cavaliere di Gran Croce della Repubblica italiana (1996) e Medaglia d’oro ai Benemeriti della Cultura e dell’Arte (2005)
Nel 1995 aveva fondato la Fondazione Arnaldo Pomodoro a Milano, con l’obiettivo di preservare e promuovere non solo la propria opera, ma la scultura contemporanea nel suo complesso.
About The Author
