Asti, bimbi maltrattati in un asilo, sospese due maestre

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Asti, bambini maltrattati, strattonati, umiliati, derisi, un bambino di origini africane costantemente chiamato “zulù” in maniera denigratoria, mentre a una bimba sarebbe stato dato da mangiare del cibo preso da un cestino della spazzatura. E’ quanto hanno dovuto sopportare per mesi i piccoli alunni di un asilo paritario del capoluogo piemontese.
Le vessazioni quotidiane
Le vessazioni quotidiane a cui i bimbi venivano sottoposti sono state documentate dai carabinieri che hanno fatto scattare una indagine approfondita, al termine della quale, su richiesta della Procura, è stata emessa misura cautelare di interdizione temporanea ad esercitare l’attività di insegnante nelle scuole di ogni ordine e grado, nei confronti di due maestre. Il reato è quello di maltrattamenti in concorso, nei confronti dei minori loro affidati.
“Le maestre con metodi bruschi, fatti di continue urla ed insulti, sembravano voler impedire ai bimbi di dare sfogo al più fondamentale istinto per un bimbo in tenera età: quello per il gioco” hanno spiegato gli inquirenti. “Quello che colpisce ed indigna di più in questa squallida e triste vicenda – hanno aggiunto i carabinieri – è proprio questa constatazione: la totale assenza del clima allegro e giocoso, sostituito invece da paura, terrore e ansia perdurante”.
Le immagini raccapriccianti delle microspie
Le microspie installate dai carabinieri all’insaputa dalle insegnanti, hanno fornito immagini raccapriccianti, bambini sgridati, strattonati e maltrattati se si allontanavano dal loro posto a tavola, altri puniti in maniera rigida e immotivata, erano costretti a rimanere seduti a terra in un angolo. Dalle registrazioni inoltre, emergerebbero immagini ancora più crude dei metodi bruschi usati dalle maestre, conditi da urla e insulti spesso a sfondo razziale.
Ma non finisce qui, in alcune registrazioni, una delle due maestre sospese, avrebbe aperto gli zainetti e assaggiato le pietanze preparate dalle mamme per i figli, a volte con le mani, a volte con le posate personali dei bimbi stessi.
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