“Bending the Bars”: Hip-Hop dalla prigione alla speranza

#image_title
Nel bel mezzo della pandemia, mentre il mondo si chiudeva, alcune voci dietro le sbarre hanno trovato una via per uscire. Bending the Bars, un album di hip-hop e R&B che verrà pubblicato l’11 giugno, raccoglie 16 brani originali scritti e registrati da artisti incarcerati – o precedentemente detenuti – nella contea di Broward, in Florida.
A eccezione di Chance, poetessa e rapper di San Diego, che ha scritto la sua traccia Locked Down mentre era in carcere a Phoenix, Arizona, proprio durante il primo lockdown.
Il progetto è nato da un’idea dell’organizzazione abolizionista Chip – Community Hotline for Incarcerated People – fondata durante i primi mesi del Covid per rispondere alle chiamate dei detenuti, spesso ignorate dal sistema.
Le telefonate inizialmente parlavano di abusi, negligenza medica e paura. Ma in mezzo alla disperazione, emergeva anche la creatività: poesie, testi, melodie nate tra le mura del carcere.
“Noi volevamo più che solo sensibilizzare”, ha detto Nicole Morse, co-fondatrice di Chip e professoressa universitaria.
“Volevamo creare una piattaforma per questi talenti incredibili.” Così è nato Bending the Bars, con la collaborazione di artisti come J4, Corvette Cal e Chuckie Lee.
Molti hanno registrato usando due telefoni: uno per il beat, l’altro come microfono. Chip ha coperto i costi delle chiamate e curato tutta la logistica, in totale assenza di supporto istituzionale.
Chance, dopo essere stata rilasciata, è tornata in Florida e si è unita al progetto. Locked Down, la sua potente ballata, riflette sulla solitudine, l’incertezza e il risveglio spirituale dietro le sbarre: “Ogni giorno in cui ti svegli sei benedetto / amo ogni respiro, perché non sai cosa c’è dopo.”
L’album mescola influenze tipiche del sud della Florida: beat caraibici, drill di Miami, soul, southern bass.
Nonostante le limitazioni tecniche, la qualità sonora sorprende per lucidità e intensità emotiva. “Le carceri della contea di Broward sono particolarmente punitive”, ha spiegato Morse. “Ma anche incredibilmente ricche di voci artistiche.”
Gary Field, produttore esecutivo dell’album e detenuto-scrittore, ha ricordato: “Il rapporto tra musica, carcere e scrittura è profondo. Dietro il filo spinato si scrive per sopravvivere.”
Il messaggio di Bending the Bars va oltre la denuncia.
È una dichiarazione d’arte, resistenza e trasformazione. Chip spera che il progetto ispiri altri a dare voce a chi è dentro, a superare barriere sistemiche, e a riconoscere la creatività come forza di riscatto.
Nel 2026, uscirà un documentario che racconterà l’intero processo. Fino ad allora, Bending the Bars resta un inno crudo ma pieno di speranza, inciso tra le crepe di un sistema che spesso vuole solo silenzio.