Blake Lively ritira accuse, ma lo scontro con Baldoni resta

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Il procedimento legale tra Blake Lively e Justin Baldoni, legato al set del film It Ends With Us, ha registrato un nuovo colpo di scena.
Il giudice federale Lewis Liman, del Distretto Sud di New York, ha respinto la richiesta di Baldoni di obbligare l’attrice a fornire le sue cartelle cliniche, in risposta alle accuse di sofferenza emotiva da lei presentate.
Tuttavia, la Corte ha anche chiarito che, senza la presentazione di tali documenti, Lively non potrà più presentare alcuna prova relativa al presunto danno emotivo subito.
La decisione è arrivata dopo settimane di tensione tra le parti.
Gli avvocati di Baldoni avevano avanzato una mozione per costringere Lively a firmare una liberatoria HIPAA, consentendo così l’accesso ai suoi documenti sanitari.
Di fronte a questa richiesta, Lively ha invece dichiarato l’intenzione di ritirare due delle sue quindici rivendicazioni, nello specifico quelle relative all’inflizione intenzionale e negligente di stress emotivo.
Il nodo della disputa riguarda la modalità con cui queste rivendicazioni verranno archiviate: con o senza pregiudizio. Archiviare con pregiudizio significherebbe che Lively rinuncia per sempre a quelle accuse, mentre una chiusura senza pregiudizio le permetterebbe di ripresentarle in futuro.
Il giudice Liman ha stabilito che, fino a quando non sarà chiarito il tipo di archiviazione, le affermazioni emotive non potranno essere usate a sostegno del caso.
Ha anche invitato le parti a risolvere la questione o, in alternativa, a presentare una nuova istanza formale.
Nel frattempo, i legali di Lively, Esra Hudson e Mike Gottlieb, hanno accusato la controparte di sensazionalismo, definendo la mozione una “trovata giornalistica”.
Hanno anche depositato una richiesta per sanzionare gli avvocati di Baldoni, accusandoli di aver fuorviato la Corte e il pubblico.
“La signora Lively non si è rifiutata di fornire documenti medici”, hanno dichiarato, “semplicemente non sono più rilevanti in quanto sta volontariamente archiviando le relative accuse”.
Il caso principale ruota attorno a gravi accuse da parte di Lively, che sostiene di essere stata molestata sessualmente sul set del film e successivamente vittima di una campagna di ritorsioni.
Baldoni, da parte sua, ha contrattaccato con una causa da 400 milioni di dollari contro Lively e il marito Ryan Reynolds, sostenendo tentativi di estorsione e diffamazione, in parte attraverso un’intervista pubblicata dal New York Times.
A oggi, sono ben sei le cause legali aperte relative a It Ends With Us, coinvolgendo numerose figure di primo piano dell’industria cinematografica e attirando l’attenzione mediatica internazionale.
Sebbene il processo sia ancora in corso, la decisione del giudice Liman rappresenta un momento cruciale per il futuro della causa: un passo indietro per Lively sul fronte emotivo, ma con lo sguardo ancora puntato sulle accuse principali di molestie e ritorsioni.