Caso Villa Pamphili, fermato in Grecia il presunto omicida

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Villa Pamphili, è stato fermato in Grecia l’uomo sospettato dell’omicidio della figlia, una neonata di 6 mesi e della mamma della stessa, una donna di 29 anni i cui cadaveri sono stati ritrovati nel parco romano nel pomeriggio di sabato 7 giugno. L’uomo, un cittadino americano dai tratti latini, è stato bloccato sull’isola di Skiatos mentre si camuffava tra i turisti, la polizia italiana è arrivata a lui monitorandone i movimenti sul cellulare insieme alle autorità greche.
L’arresto in Grecia e la testimonianza a “Chi l’ha visto?”
La notizia è stata riportata dal Tg1, prima testata giornalistica a comunicare il fermo dell’uomo, un flash poi ripreso da diversi quotidiani tra cui Corriere della Sera e La Repubblica e agenzie di stampa come La Presse. L’uomo è stato identificato, dopo la testimonianza di una cittadina alla trasmissione tv “Chi l’ha visto?”, anche tramite l’ausilio delle telecamere di sorveglianza poste all’esterno della villa. In una immagine, poi isolata dagli investigatori, si nota l’uomo con in braccio la bambina che indossava la tutina rosa poi ritrovata dagli inquirenti in un cestino della spazzatura.
Dell’uomo non sono ancora state fornite le generalità, decisive per il fermo l’identificazione delle due vittime, due cittadine americane e non dell’Est europeo come si riteneva nei giorni successivi al ritrovamento. L’uomo era stato visto insieme alla donna e alla bambina mentre litigava ferocemente con la donna. A riferirlo la testimone che ha telefonato durante la diretta della Sciarelli, che durante l’ultima puntata del programma tradizionalmente dedicato alle persone scomparse, ha dedicato un’ampia parentesi al giallo di Villa Pamphili.
La testimone ha raccontato di aver assistito a un brutto litigio tra due persone adulte in una zona centrale di Roma. “Era una bruttissima scena perché l’uomo era in uno stato evidente di alterazione, e strattonava la giovane donna nonostante avesse una bimba in braccio” ha raccontato. Questa persona, che non è rimasta indifferente, non si sarebbe mossa di lì fino all’arrivo di un’ambulanza.
Il 20 maggio l’identificazione
Da quanto raccontato dalla redazione di “Chi l’ha visto?”, la segnalazione è stata immediatamente girata alla questura di Roma. La testimone ha raccontato di aver chiamato la polizia circa un mese fa, il 20 maggio, dopo aver visto la donna oggetto delle ricerche, riconosciuta dai tatuaggi diffusi dalle forze dell’ordine, a Campo de’ Fiori mentre era maltrattata e strattonata da un uomo ubriaco. La polizia intervenuta aveva identificato la coppia.
Pertanto i nomi erano già presenti negli archivi delle forze dell’ordine, la descrizione tra l’altro combacia perfettamente con altre testimonianze di frequentatori di Villa Pamphili e della zona del mercato dove i due, insieme alla bimba, trascorrevano le giornate per poi accamparsi nella villa. L’ultimo avvistamento sarebbe avvenuto a inizio giugno.
Le dichiarazioni della Procura di Roma
Durante la redazione dell’articolo l’ANSA ha pubblicato un aggiornamento circa l’identità dell’uomo che risulta avere precedenti anche negli Stati Uniti. Si chiama Rexal Ford, ha 46 anni e avrebbe dei precedenti negli Stati Uniti. L’uomo è cittadino americano. Su di lui “gravano robusti indizi di essere stato l’autore dell’omicidio della bambina trovata a poca distanza dalla madre a villa Pamphili sabato”. A dirlo è il procuratore di Roma Francesco Lo Voi in una conferenza stampa in Procura. “Abbiamo già inviato un mandato di arresto europeo emesso dal gip”, ha aggiunto.
L’uomo ha raccontato agli investigatori che la bambina “era sua figlia” ha detto il procuratore aggiunto di Roma Giuseppe Cascini, sottolineando però che “non ci sono al momento elementi scientifici per avere la certezza della relazione parentale”. C’è un ragionevole sospetto che si sia trattato di un duplice omicidio” ha aggiunto Cascini.
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