Clara: pop, Fedez, la solitudine e un sogno chiamato Vasco

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Clara Soccini ha 25 anni, una voce che incide e parole che pesano. In un’intervista rilasciata a Vanity Fair, si racconta senza filtri: tra concerti, classifiche, traumi familiari e riflessioni sul successo.
Perché, come dice lei, “non ci sono vie di mezzo, i grigi trovano spazio soltanto nel mio armadio”.
Clara è la cantante del momento. Dopo l’esperienza da attrice in Mare Fuori, dove ha interpretato Crazy J, la sua Origami all’alba è diventata un inno generazionale.
Ha dominato Spotify, fatto esplodere TikTok e riportato al centro del pop italiano quella miscela di dolore, verità e melodia che mancava da tempo.
Eppure, dietro la voce che canta Scelte stupide con Fedez – un brano che ha sfidato le regole del tormentone estivo – si nasconde una storia fatta di coraggio e insicurezze.
“Nel mio primo tour, in alcuni club non ho superato la metà della capienza. Non mi sono sentita una perdente. Però la pressione c’è, è come avere una pistola puntata alla tempia. O fai sold out o sei fuori. E poi si parla tanto di salute mentale…”.
La sua musica nasce dalla pancia, ma anche dalla testa: Clara osserva, ascolta, assorbe.
“Mi ispiro alla quotidianità, alle storie che sento dagli amici. Scrivo meglio quando sono triste. Ma ultimamente, per fortuna, non lo sono tanto. Quindi faccio più fatica”.
E nonostante i numeri e le hit, resta attaccata a una visione autentica dell’arte: “Non credo che la musica debba educare. È il compito della scuola, della famiglia, della società. La musica deve smuovere, anche quando è scomoda”.
Le ferite dell’infanzia, la rinascita attraverso il canto
Dietro la voce, c’è una bambina che ha sofferto. I genitori si separano quando ha 12 anni, lasciandola piena di domande e rabbia. “Andavo alle lezioni di canto e piangevo. Buttavo fuori tutto. Avevo certi demoni dentro”.
Oggi, grazie alla psicoterapia, guarda al passato con più lucidità: “Amo mio papà, ho deciso di non essere più arrabbiata. La vita è troppo breve per restare nel rancore”.
Il suo rapporto con la madre, Francesca, è invece saldo, profondo, pieno di fiducia. “Mi ha lasciata libera, non mi ha mai giudicata. Sa tutto di me”.
Una libertà che l’ha portata a lasciare la scuola, fare la modella a Milano a 16 anni, e inseguire il sogno della musica anche nei momenti più bui: “Quando il mio primo singolo è andato male, ho pensato di mollare. Non guadagnavo, avevo l’affitto da pagare. Ma ho rifiutato di partecipare a un talent: sapevo che non era il mio percorso”.
Poi è arrivato Mare Fuori. Un colpo di fortuna, certo. Ma anche un’occasione colta con intelligenza. “Quel personaggio ha cambiato tutto. Da lì è ripartita la musica, piano piano. Al primo live c’erano una ventina di persone. Ma ho continuato”.
L’amore, la solitudine, i gossip: “Sono single, ma credo ancora”
Sul fronte personale, Clara si racconta con la stessa schiettezza che mette nei brani. “Sono single, e non da molto. Non mi innamoro facilmente. Non riesco a dare fiducia, è una mia paranoia. Ma credo ancora nell’amore”.
Ha vissuto relazioni difficili, anche burrascose. “Il mio ultimo fidanzato mi ha insegnato la bellezza di un amore equilibrato, lontano dalle turbolenze che da giovani scambiamo per passione, ma che in realtà logorano”.
E su Fedez, con cui ha condiviso palco e riflettori, mette un punto: “Non stiamo insieme. Mi diverte il gossip, i paparazzi, finché non toccano la mia famiglia. Lì darei in escandescenza”.
Il futuro? Un duetto con Vasco
Con alle spalle un tour estivo fittissimo e nuovi appuntamenti nei templi del pop come l’Orion di Roma e il Fabrique di Milano, Clara guarda avanti, ma senza la smania del tutto e subito. “Sto lavorando al mio secondo album, ma senza fretta. È una maratona, non i cento metri”.
Il sogno? “Una collaborazione con Vasco Rossi. Ciao Vasco, chiamami!”.
Nel frattempo, pensa anche ad artisti come Tedua, Bresh, Anna, Enny P: una Clara che non dimentica le origini urban, ma sa spingersi verso nuove contaminazioni.
Tra fragilità e forza, Clara sta diventando un punto di riferimento per una generazione che pretende di essere ascoltata. E lo fa con un’arma potente: la verità.