CTCF, Achille Lauro con Amore Disperato un viaggio nelle cicatrici dell’anima

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Achille Lauro rappresenta un caso unico nella musica italiana: un artista che, con coraggio e ambizione, ha saputo reinventarsi e sperimentare senza paura di abbandonare le sue origini.
Un percorso musicale e artistico caratterizzato da trasformazioni radicali, passando dall’underground romano fino a diventare uno dei nomi più noti della musica italiana contemporanea.
La sua carriera è un viaggio continuo tra influenze e generi diversi, in cui si è reinventato più volte, sfidando le etichette e ampliando i confini dell’arte pop.
“Ho esplorato e continuo ad esplorare tantissimi generi, dall’urban al punk rock alla musica italiana, fino alle grandi ballate. Ci sono tanti esperimenti con le canzoni, ci divertiamo.”
Con la sua continua ricerca di nuovi modi di esprimersi, Achille Lauro ha dimostrato che l’evoluzione non è solo un cambio di stile, ma una dichiarazione d’intenti che non smette mai di sorprendere.
Negli ultimi anni, Achille Lauro ha continuato a esplorare nuove forme di espressione artistica, collaborando con artisti visivi, designer e sperimentando performance che vanno oltre la musica.
La sua idea di arte è quella di un’opera totale, in cui ogni elemento – dai testi alle scenografie, dal look alle coreografie – contribuisce a creare un’esperienza immersiva per il pubblico.
Questa visione ha trasformato Achille Lauro in un’icona contemporanea, capace di attirare l’attenzione non solo per la sua musica, ma anche per il suo approccio creativo unico e la capacità di rinnovarsi continuamente.
Ospite stasera a Che tempo che fa, Achille Lauro, nome d’arte di Lauro De Marinis, ha presentato il suo ultimo brano, Amore disperato.
Con la sua voce che scivola tra note e confessioni, incarna il volto di un amore che brucia e consuma, un amore disperato.
Questo sentimento, che toglie il respiro e lascia sospesi, prende forma nelle sue canzoni come un’onda emotiva inarrestabile. Lauro non teme di perdersi nel dolore, anzi, lo esplora, lo modella e lo trasforma in arte, come un pittore che usa il nero per raccontare la bellezza delle ombre.
C’è un fascino oscuro e magnetico in Amore disperato, un brano che si muove tra le sfumature della passione e della sofferenza.
L’amore, qui, non è quieto o rassicurante; è un abisso da cui fuggire, eppure, al tempo stesso, una prigione a cui tornare. Dipinge una storia di perdita e desiderio, dove il cuore danza tra i resti di un sentimento infranto, sospeso tra ricordi e paure.
Achille ci porta in un viaggio attraverso le cicatrici dell’anima.
Ogni parola sembra emergere da un cuore lacerato, ogni nota è una lama sottile che incide verità nascoste. Amore Disperato è una confessione cruda e spietata, una melodia che accompagna chi ha amato troppo, chi ha amato senza ritorno, chi si è perso nella persona amata, al punto di dimenticare se stesso.
E così, Lauro diventa non solo un narratore, ma una guida in questo oscuro regno dell’amore. Con le sue parole, ci invita a guardare oltre l’illusione della felicità eterna, ci spinge a immergerci in quell’abisso di emozioni scomposte.
E in questo caos, troviamo un pezzo di verità, quel frammento d’amore che, nonostante tutto, vale la pena vivere.
Come lui stesso dichiara, “è un amore che va oltre l’amore: amore incondizionato per un’altra persona”.
In poco tempo dice tanto Achille stasera
“A me le parole ‘trasformista’ o la parola ‘trasgressivo’ non sono mai piaciute. Io ho cercato e cerco di vestire le mie canzoni, mi piace dire così.”
E parlando dei suoi progetti futuri, nel 2025 uscirà il suo nuovo album, Ragazzi madre l’Iliade.
“Il titolo riprende un mio album storico degli inizi che mi ha permesso di diventare oggi quello che sono.
Nasce la fondazione ‘Ragazzi Madre’ che si occuperà a distanza di 10 anni di ragazzi in difficoltà, nelle comunità, le case famiglia, le carceri”.
1. Gli esordi nell’underground romano e nella scena rap
Achille Lauro ha iniziato come rapper nella scena romana, collaborando con il collettivo Barile e poi con Roccia Music, l’etichetta di Marracash e Shablo.
I suoi primi lavori, come l’album Achille Idol Immortale (2014), rispecchiano una forte influenza trap e hip-hop, con testi crudi e riferimenti alla realtà di strada. In questo periodo, Lauro si presentava come una voce giovane e disillusa, capace di raccontare storie di disagio, periferia e ribellione con uno stile sincero e diretto.
2. L’approdo al mainstream e l’era di “Ragazzi Madre”
L’album Ragazzi Madre (2016) rappresenta un passaggio significativo per Achille, dove abbandona parzialmente le sonorità hardcore per esplorare nuovi orizzonti musicali.
Questo album mostra già l’inizio di un’evoluzione stilistica e concettuale, con influenze che spaziano dal rock al pop, e un uso della melodia che lo avvicina maggiormente a un pubblico mainstream. In questo periodo, Achille Lauro inizia a mettere in discussione le convenzioni del rap italiano e a spingere verso un’espressione più ampia e variegata.
3. La rivoluzione del “samba trap” e la trasformazione estetica
La vera svolta per Achille Lauro arriva con Pour l’amour (2018) e l’introduzione del concetto di “samba trap”, una fusione audace di ritmi latini e trap, capace di dare vita a un sound inedito per il panorama italiano.
Il brano Thoiry, incluso in quest’album, ottiene grande successo e contribuisce a farlo emergere definitivamente.
Parallelamente, Lauro adotta un look che si allontana dal classico streetwear del rap e si avvicina a uno stile più provocatorio e colorato, a tratti ispirato alla cultura pop e alla moda anni ’80, guadagnando sempre più visibilità anche a livello di immagine.
4. La consacrazione a Sanremo e l’icona rock del nuovo millennio
Il Festival di Sanremo rappresenta una tappa fondamentale nel percorso di Achille.
Nel 2019, partecipa con Rolls Royce, un brano che fonde rock e punk, accompagnato da una performance scenica che rompe gli schemi del festival.
In seguito, tornerà a Sanremo in veste di superospite, creando un impatto mediatico con ogni sua apparizione, grazie a look iconici e riferimenti artistici che spaziano dal glam rock a David Bowie.
In questa fase, Achille Lauro abbandona definitivamente le etichette di rapper, diventando un artista a tutto tondo che sfida continuamente le convenzioni della musica italiana.
5. L’introspezione e la sperimentazione in “1969” e “LAURO”
Con 1969 (2019) e successivamente LAURO (2021), Achille esplora il rock classico, il pop, il gospel e il soul, dando vita a opere che affrontano temi come l’amore, l’identità e il cambiamento.
Le sonorità sono ricercate e sofisticate, mentre i testi si fanno più poetici e introspettivi. Questi due album consolidano il suo ruolo come artista capace di parlare alla generazione contemporanea attraverso una fusione di generi e stili, con riferimenti che spaziano dai Beatles a Elvis Presley.