Eurovision 2025: vince l’Austria, Italia quinta con Corsi

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È l’austriaco JJ il vincitore dell’Eurovision Song Contest 2025, andato in scena a Basilea, in Svizzera, all’interno di un’arena St. Jakobshalle gremita in ogni ordine di posti.
Con una performance potente e curata nei dettagli, JJ ha conquistato le giurie con 258 punti e si è difeso al televoto, dove si è piazzato quarto, garantendosi così la vittoria finale.
Il secondo posto è andato a Israele, trascinata da un televoto da record (297 punti), mentre il podio è stato completato dall’estone Tommy Cash con il suo surreale e virale Espresso macchiato.
La serata si è aperta con l’esibizione del vincitore 2024 Nemo, che ha riproposto The Code in una performance dal sapore teatrale e visionario.
Tra i conduttori dell’evento anche Michelle Hunziker, che ha salutato con calore il pubblico italiano: “Benvenuti a tutti gli italiani del mondo, c’è una grandissima folla qui”, ha detto con entusiasmo.
Lucio Corsi, poesia e armonica dalla Maremma al cuore dell’Europa
A tenere alta la bandiera italiana è stato il cantautore toscano Lucio Corsi, che ha incantato il pubblico con una performance autentica e senza artifici della sua Volevo essere un duro.
Accompagnato dall’inseparabile armonica e dal sodale Tommaso Ottomano, Corsi ha portato sul palco una visione artistica delicata e poetica, in netto contrasto con l’elettricità delle altre performance.
Il quinto posto finale, ottenuto grazie al quarto miglior risultato delle giurie e a un più modesto supporto del televoto (97 punti), conferma la bontà di un progetto che punta sulla sincerità artistica più che sul clamore.
Gabry Ponte fa tremare Basilea: energia e jingle italiani per San Marino
Spettacolare anche l’esibizione di Gabry Ponte, in gara per San Marino. Il DJ torinese ha infiammato il pubblico con Tutta l’Italia, un brano che mescola dance, jingle sanremesi e tricolore, facendo ballare i 36.000 presenti.
Sfilando con i colori italiani (verde, bianco e rosso) e sventolando la bandiera sammarinese, Ponte ha portato in scena un inno festoso all’italianità più pop.
Musica, protesta e geopolitica: Eurovision tra bandiere e slogan
Non sono mancate le manifestazioni politiche. La band ucraina Ziferblat ha chiuso la propria esibizione con un forte grido di “Slava Ukraïni!”, mentre nel pubblico si sono sollevate proteste e striscioni a sostegno di varie cause.
L’Eurovision 2025, come ormai da tradizione, si è confermato uno show in cui la musica è solo una delle componenti, spesso in secondo piano rispetto allo spettacolo, alle dinamiche geopolitiche e alle messinscene provocatorie.
Le classifiche: trionfo austriaco, Italia giù al televoto
Ecco come si sono distribuiti i voti. Le giurie hanno premiato Austria, Svizzera e Francia, con l’Italia al quarto posto. Il televoto, invece, ha visto il trionfo netto di Israele, seguita da Estonia e Svezia.
L’Italia è risultata decima al televoto, mentre San Marino ha chiuso in fondo a entrambe le classifiche. Clamoroso lo zero assoluto per Svizzera e Regno Unito dal pubblico a casa.
Eurovision oggi: più circo che musica?
L’edizione 2025 conferma una sensazione sempre più diffusa: l’Eurovision è diventato uno spettacolo dove la musica rischia di essere solo un contorno, non il piatto principale.
Lo show è ormai dominato da performance sceniche, slogan politici, outfit pensati per i social e coreografie che spesso oscurano la canzone stessa.
A questo si aggiunge una distorsione del meccanismo di voto: non essendoci obbligo di inediti, molte canzoni circolano per mesi prima della kermesse, diventando virali e riconoscibili ben prima della serata finale.
Il televoto, in questo contesto, finisce per premiare la familiarità e il successo pregresso del brano, piuttosto che la qualità o l’impatto dell’esibizione dal vivo.
È il caso di Espresso Macchiato dell’estone Tommy Cash, che ha scalato il televoto grazie alla sua diffusione online ben prima dell’Eurovision.
Inoltre, l’utilizzo generalizzato dell’inglese, scelto da molti artisti per ampliare il proprio pubblico, appiattisce le identità linguistiche e culturali dei vari paesi.
Forse sarebbe giunto il momento di stabilire una regola chiara e coerente: o tutti cantano nella propria lingua madre, o tutti in inglese.
Una riflessione è d’obbligo: l’Eurovision è ancora un concorso musicale o è diventato un grande talent-spettacolo europeo? Tra fuochi d’artificio, pose Instagrammabili e slogan politici è certamente affascinante, sì, ma con sempre meno spazio per la musica vera.