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La cantautrice si racconta senza filtri: crisi, rinascita e libertà artistica
Francesca Michielin è tornata a parlare di sé con un’intensità nuova, potente, difficile da ignorare. Ospite del podcast Non lo faccio per moda condotto da Giulia Salemi, la cantautrice veneta ha offerto al pubblico uno spaccato autentico della sua vita artistica e personale, attraversando con lucidità gli ultimi anni di una carriera che l’hanno vista cambiare, cadere, risalire.
Un’intervista che ha il sapore di una rinascita, dove ogni parola pesa e lascia un segno.
“Mi sentivo un soldatino. Facevo musica come dovevo farla, non come volevo”, ha dichiarato Francesca, parlando del periodo precedente ai suoi trent’anni, segnato da una profonda crisi interiore e artistica.
Una fase che l’ha vista incasellarsi in logiche di mercato, schiacciata dalle aspettative altrui. “Non mi sentivo più un’artigiana, ma un ingranaggio”, ha confessato. Una frase che riassume lo smarrimento di chi ha trasformato la passione in routine, sacrificando autenticità e divertimento.
Il punto di svolta arriva con una decisione drastica: la rottura con il vecchio management, LaTarma di Marta Donà.
Un atto di coraggio che segna l’inizio di una nuova fase, più libera e sincera. Proprio in questo spirito nasce il nuovo singolo Francesca, una canzone scritta anni fa ma pubblicata solo ora, fuori da logiche stagionali, per il semplice bisogno di verità.
Un brano manifesto, con cui Michielin torna a essere padrona della propria narrazione.
La cantautrice riflette anche sul cambiamento dell’industria musicale: “Una volta vinceva chi era originale. Ora devi inseguire i trend, e se non lo fai, ti prende l’ansia”.
Una fotografia impietosa del panorama attuale, da cui Francesca ha scelto di prendere le distanze. “Se non sono sincera con il mio pubblico, non vado da nessuna parte. Le persone capiscono quando fingi”.
Ma la trasformazione non è solo artistica.
Michielin racconta anche la riconquista del proprio corpo: “Non è una macchina da far funzionare a ogni costo. Ho smesso di ignorare i segnali che mi dava”.
Un cambiamento arrivato dopo un periodo di dolore fisico e mentale che l’ha quasi portata ad abbandonare la musica.
Sanremo 2025, dove ha presentato Fango in paradiso, non è stato il riscatto sperato: tra critiche ai look minimalisti e difficoltà legate alla salute, la delusione è stata forte. “Mi sono rivista mille volte e ho capito quanto anche i dettagli, come postura o inquadrature, possano minare la sicurezza”.
Eppure, proprio da quella vulnerabilità è nata la nuova Francesca.
Più consapevole, meno compiacente. “Ho cicatrici, ho difetti. Ma vanno bene così. Sono parte di me”.
In un mondo che premia l’immagine e la performance, la Michielin sceglie l’onestà, anche quando fa male. E nel farlo, lancia un messaggio potente: la libertà di essere autentici, anche a costo di sembrare fragili, è il vero atto rivoluzionario.