Gaia si mette “a nudo”: il nuovo singolo e il coraggio di raccontare il malessere

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L’uscita di un nuovo singolo è solitamente un momento di festa e celebrazione. Ma per Gaia, l’imminente debutto di Nuda il 29 agosto è stato preceduto da un gesto di rara onestà e vulnerabilità.
Pochi giorni fa, la cantante ha condiviso sui social un post toccante in cui descriveva l’arrivo della “diabolica trinità”: senso di vuoto, ansia e solitudine.
Un’apertura che ha colpito molti, rivelando il lato più intimo e a tratti doloroso di un’artista abituata a calcare i palchi più importanti d’Italia.
In un’intervista esclusiva per Vanity Fair, Gaia ha spiegato la scelta di esporsi in questo modo.
L’obiettivo, ci racconta, non è togliere gioia all’uscita del suo nuovo brano, ma piuttosto mostrare che anche nei momenti di maggiore felicità e soddisfazione professionale, il malessere può fare capolino.
Si tratta di un’ammissione coraggiosa, che riflette una profonda consapevolezza di sé e del proprio percorso.
Nuda: il clubbing con se stessi
Il nuovo singolo, Nuda, arriva proprio in quel momento di transizione tra la spensieratezza estiva e la malinconia autunnale, quando l’abbronzatura sbiadisce e si fa sentire la “saudade”.
Gaia, con le sue origini italo-brasiliane, conosce bene questa sensazione agrodolce e ha voluto trasformarla in un’esperienza positiva.
L’idea alla base di Nuda è quella di creare un “momento clubbing con se stessi.” L’artista ci spiega cosa intende: si tratta di dedicare tempo e attenzioni a sé, di ballare per casa mentre si cucina, di prepararsi una cena speciale accompagnata da una playlist, di accendere candele e guardare un film.
Piccoli gesti che celebrano la propria compagnia e il piacere personale, anche in assenza di un partner.
Gaia descrive il brano come “molto sensuale, con una forte carica erotica” e chiarisce che il “clubbing” con se stessi può essere inteso “in tutti i sensi.”
È un modo per esplorare la propria sensualità e sessualità, senza la necessità di un’altra persona. Questa affermazione si collega a un altro aspetto della sua vita che ha destato curiosità: il suo periodo di castità.
Gaia spiega che, per la prima volta, sta vivendo la sua sessualità senza un partner, riversando la sua energia creativa e sensuale nella musica e nel piacere personale.
Non si tratta di un “convento”, ma di un’esplorazione del sé, una fase di sperimentazione per conoscersi meglio, pur non escludendo la possibilità di una futura relazione.
Un percorso di consapevolezza e cura di sé
L’intervista a Vanity Fair non si ferma al nuovo singolo, ma esplora il cammino che ha portato Gaia a questa nuova consapevolezza. L’artista confessa di aver provato il senso di vuoto fin da bambina, ma di aver imparato solo più tardi a riconoscere e accogliere queste emozioni, senza fuggire da esse.
Il percorso per il suo benessere mentale è fatto di diverse terapie, tra cui l’EMDR, una tecnica che aiuta a elaborare traumi e stress. Oltre alla psicoterapia, Gaia sottolinea l’importanza dell’attività fisica, di un’alimentazione sana e di risorse accessibili a tutti, come sportelli online gratuiti, meditazione guidata e libri come Il potere di adesso di Eckhart Tolle.
La cantante riflette anche sui momenti difficili della sua carriera, come la stanchezza accumulata prima di Sanremo, che l’ha resa più reattiva e vulnerabile ai mille stimoli del Festival.
Parla della sua esperienza a X Factor e Amici, dove ha lottato per difendere la sua identità artistica, soprattutto la scelta di cantare in portoghese, una strada incoraggiata da Maria De Filippi che le ha permesso di esprimere appieno le sue radici.
Ricorda anche il duetto con Toquinho a Sanremo, un’esperienza che l’ha costretta a essere presente e a fidarsi dell’istinto imprevedibile del maestro.
L’intervista si conclude con riflessioni sulla sua vita personale: il legame profondo con le sue sorelle, la nostalgia per un’infanzia spensierata e la sua “saudade” positiva.
Gaia ci regala un ritratto autentico, dove l’artista e la donna si fondono, mostrando che dietro i successi, i dischi di platino e le luci del palco, c’è un essere umano che, come tutti, affronta le proprie fragilità.
Il suo messaggio è chiaro: non c’è debolezza nel chiedere aiuto o nel raccontare il proprio malessere, ma piuttosto un atto di forza e di onestà che può ispirare molti.