Garlasco, in vendita on line il video dell’autopsia di Chiara Poggi, interviene il Garante della Privacy

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Su Garlasco e la terribile morte di Chiara Poggi è più che mai arrivato il momento di porre un freno. E’ dal marzo scorso che l’omicidio della giovane riempie quotidianamente televisioni e web, facendo somigliare un barbaro delitto a un reality in cui i presunti colpevoli sono delegati al televoto del pubblico social. Un teatrino dell’orrore in cui i legali degli indagati diventano star del piccolo schermo invece di preferire i propri studi o i tribunali. Chiara Poggi è morta due volte, la prima per mano del suo assassino, la seconda per mano di chi ogni giorno ne sta profanando la memoria.
Non sappiamo quanto durerà questo scempio senza rispetto verso la famiglia Poggi e per quelle degli indagati, ogni giorno c’è una fake news da cui difendersi e su cui i tuttologi del web possono disquisire. Ultimo argomento di discussione un DNA di ignoto rinvenuto sul tampone della vittima sul quale quasi tutti i media hanno speculato con titoli sensazionalistici. E’ vero, sul tampone di Chiara è stata trovata una piccola parte di materiale genetico riconducibile a persona ignota, ma è altrettanto vero che chi ha stilato il referto ha precisato che potrebbe trattarsi di contaminazione, una delle tante sopraggiunte nell’agosto del 2007 quando si cercava di far luce sui colpevoli dell’omicidio.
Il video dell’autopsia su Chiara Poggi venduto sul web
E per gli amanti del macabro e per gli speculatori, oggi 12 luglio si è palesata una ulteriore novità: il Garante della Privacy è dovuto intervenire d’urgenza, per bloccare la diffusione on line a pagamento di un video con le immagini della autopsia sulla vittima, una violazione gravissima della privacy della famiglia Poggi e di Chiara. In un comunicato ufficiale il Garante ha definito quanto accaduto una lesione gravissima di dignità, facendo presente ai siti web che “l’eventuale diffusione delle immagini risulterebbe illecita, in quanto in contrasto con le regole deontologiche dei giornalisti e la normativa sulla privacy”.
Il Garante ha poi ammonito chiunque entri in possesso delle immagini di astenersi dalla diffusione delle medesime, riservandosi “l’adozione di ulteriori provvedimenti anche a carattere sanzionatorio”. Non avremmo mai pensato servisse il ricorso a sanzioni per ottenere il rispetto verso una ragazza uccisa a martellate, evidentemente anche la dignità di alcuni si gira di spalle di fronte al guadagno. Oh tempora, o mores!
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