Gaza, Nanni Moretti contro Netanyahu “Quanti palestinesi devono ancora morire?”

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Nanni Moretti con un post su Instagram pubblicato sul suo profilo, ha attaccato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per le bombe su Gaza. Sul volto del leader, il regista ha scritto: “Ma quanti palestinesi devono ancora morire perché tu sia soddisfatto e finalmente la smetta?” Una presa di posizione netta contro le bombe di Israele sui civili di Gaza e il genocidio posto in atto contro la popolazione palestinese.
Oltre 52.000 di palestinesi sono morti, tra cui migliaia di bambini, altri sono rimasti orrendamente mutilati, ospedali e scuole sono stati distrutti con la giustificazione si trattasse di obiettivi strategici. A rendere ancora più drammatica la situazione, la chiusura da parte di Netanyahu del corridoio umanitario per quasi 3 mesi, riaperto in minima parte solo qualche giorno fa dopo le pressioni internazionali.
Oltre 350 artisti hanno firmato un appello per Gaza
Una situazione disperata e con nessuna sanzione adottata nei confronti di Israele. Lo sfogo di Nanni Moretti arriva dopo quello di molti artisti e uomini di cultura che hanno duramente criticato il governo di Israele per le gravi violazioni dei diritti umani nella Striscia di Gaza.
Durante il Festival di Cannes 2025, oltre 350 artisti hanno firmato un appello per denunciare l’assordante silenzio della comunità internazionale sul genocidio palestinese. Tra i firmatari: Pedro Almodóvar, Richard Gere, Susan Sarandon e Juliette Binoche.
Decine di Paesi hanno minacciato sanzioni contro Israele
Decine di Paesi hanno minacciato sanzioni contro Israele, tra loro il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro canadese Mark Carney e il primo ministro Keir Starmer del Regno Unito. Le proteste dei leader europei riguardano la crisi umanitaria come anche il piano di Netanyahu di costringere i palestinesi a sgomberare la Striscia di Gaza attraverso una occupazione forzosa. La Spagna ha chiesto uno sforzo unito per sanzionare Israele e fermare la guerra.
Gli stessi leader hanno ammesso il loro errore nell’aver appoggiato Israele in precedenza senza sanzionarlo: “È stato un errore enorme ed è stato fatto principalmente per considerazioni politiche nazionali”, hanno aggiunto.

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