Grande Fratello, la soluzione per lo share sono il trash e le ship?

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C’è chi si dispera, chi si rallegra, chi si allarma per le performance in termini di ascolti per le prime puntate del Grande Fratello. Tempo sprecato, a parer nostro, e non solo per la l’oggetto del contendere.
Ma la televisione, si sa, è fatta di numeri e per quanto la cosa sia di un’infinita tristezza, su questi ci concentriamo.
Tutte le partenze del Grande Fratello sono state poco roboanti, a prescindere da quanto fosse più o meno interessante il cast. E i dati di queste prime puntate confermano il trend delle passate stagioni.
Alfonso Signorini prima illude se stesso, l’editore ed il pubblico sbandierando un’edizione all’insegna di sani principi e buona educazione per poi affondare i colpi a suon di dinamiche costruite o falsate, di scene moralmente raccapriccianti o, per chi un pochino ha imparato a conoscere il suo modus operandi, con il nulla cosmico.
Un eccellente banditore di aria fritta, insomma, nulla di più.
Per chi vuole obiettare che sono le dinamiche più o meno vivaci a fare il programma che altrimenti sarebbe di una noia mortale diamo ragione sulla noia ma non sul fatto che si possa costruire uno show interessante e accattivante non toccando il fondo e spesso, se possibile, andando anche più giù.
Il problema è che Signorini e tutto il suo sfavillante entourage non se sono capaci, semplice.
In barba a chi, purtroppo, non riesce a distinguere la finzione di un programma televisivo dalla realtà, di chi si lascia trascinare nei meandri di storie d’amore costruite a tavolino, tanto da lasciare andare la propri vita e vivere, come in una sorta di transfert, quella di perfetti sconosciuti che diventano delle vere e proprie divinità, ovviamente fino a quando seguono il copione che ci si è scritti nella testa, Alfonso prosegue per la sua strada, sempre la stessa, prevedibile e marcescente.
Non ci si venga a dire che la televisione non ha il compito di educare, di lanciare messaggi positivi e propositivi. Balle! Deve farlo. deve assumersi questa responsabilità e non limitarsi a trasmissioni o frasi di circostanza quando accade qualcosa che sconvolge le coscienze, cosa che purtroppo succede fin troppo spesso.
Detto ciò, le dinamiche verranno ben presto e non sapientemente innescate e gli ascolti, some sempre, saliranno, con buona pace di Fofò, autori ed editore, d’altronde il motto era, è e sempre sarà, minimo sforzo massima resa.
Agli affezionati del genere, chiamiamolo ciarpame, perché anche il trash ha una sua dignità, non resta che aspettare; noi, intanto, seguiremo curiosi di conoscere quale coniglio geneticamente modificato il caro Signorini tirerà fuori dal cilindro.
