Gwyneth Paltrow: dalle luci dell’Oscar all’impero Goop

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Gwyneth Paltrow non ha mai vissuto una vita ordinaria. Appena dodici giorni dopo la nascita, era già su un set hollywoodiano al fianco della madre, l’attrice Blythe Danner.
Figlia del produttore televisivo Bruce Paltrow, Gwyneth ha respirato il mondo dello spettacolo fin dal primo vagito, destinata a riflettere – e talvolta a deviare – la luce dei riflettori che l’hanno sempre circondata.
A soli otto anni calcava i palcoscenici del Williamstown Theatre Festival con la madre, e a ventisei si aggiudicava l’Oscar come miglior attrice per Shakespeare in Love, diventando l’icona cool e magnetica degli anni ’90.
Ma l’ascesa di Gwyneth non è stata solo glamour e premi: dietro la superficie levigata di una “It Girl” si celava una donna in perenne trasformazione, capace di reinventarsi e polarizzare l’opinione pubblica.

Educata alla prestigiosa scuola Spence di Manhattan, Gwyneth attirava attenzione ovunque andasse.
Il suo carisma precoce affascinava le compagne e metteva a disagio gli altri studenti. “Nessuno dubitava che sarebbe diventata famosa”, ricorda una ex compagna di scuola.
Brillante nel teatro, meno negli studi accademici, riuscì comunque a diplomarsi grazie all’aiuto di un tutor che le predisse la vittoria di un Oscar. Lei promise che l’avrebbe ringraziato. Non lo fece mai.
L’incontro con Brad Pitt nel 1994, durante un provino per Vento di passioni, segnò l’inizio di una delle coppie più chiacchierate dell’epoca.
Gwyneth non ottenne la parte, ma vinse il cuore di Pitt e il ruolo accanto a lui in Se7en. La relazione, però, si incrinò quando il successo di lei cominciò a sovrastare quello di lui. Alcuni suggeriscono anche un tradimento durante le riprese di Sliding Doors. “Non ero pronta, e lui era troppo buono per me”, dichiarò anni dopo.
Dopo Brad arrivò Ben Affleck, con cui condivise una relazione turbolenta, fatta di passione ma anche di segnali d’allarme.
Affleck, alle prese con dipendenze e disinteresse intermittente, finì per allontanarla. Nonostante ciò, Gwyneth continuava a brillare.
Nel 1999 trionfò agli Oscar con il suo celebre abito rosa firmato Ralph Lauren – risultato di settimane di tensioni sartoriali e una perdita di peso che mise in crisi l’intero team di stilisti.
Con la nascita dei figli Apple (2004) e Moses (2006), avuti da Chris Martin (frontman dei Coldplay) Gwyneth cominciò a spostare il suo focus dalla recitazione alla salute olistica.
La morte del padre, nel 2002, fu il punto di rottura emotivo che la spinse verso un percorso di auto-guarigione fatto di yoga, meditazione, detox e guru della salute.
Nel 2008 nacque Goop: inizialmente una newsletter, poi un controverso colosso mediatico nel mondo del lifestyle.
Goop divenne celebre (e talvolta ridicolizzato) per promuovere trattamenti alternativi come l’uovo di giada vaginale o la vaporizzazione vaginale, generando al contempo traffico online e indignazione scientifica.
Eppure, Gwyneth non si è mai tirata indietro. “Mostrare che la gente è disposta a pagare per stare bene, anche senza prove scientifiche: questo è il suo vero impatto culturale”, scrive la biografa Amy Odell nel libro Gwyneth: The Biography.
Nonostante le critiche – dalla comunità medica, dai media e persino dai suoi stessi dipendenti – Goop è riuscito a mantenere un’aura aspirazionale.
Gwyneth ha spesso spinto i limiti della medicina alternativa, diventando al contempo simbolo di un elitismo accessibile solo a pochi.
Ha trasformato il fallimento (come il divorzio da Chris Martin nel 2014) in narrazione pubblica, inventando il termine “separazione consapevole” e facendo crashare il sito Goop con l’annuncio.
Il suo approccio perfezionista e selettivo alla leadership ha creato un ambiente aziendale esigente, ma il marchio ha resistito, reinventandosi tra summit di benessere, podcast e skincare.
Persino l’assurdo – come flebo di vitamina C durante le riunioni o fili di zucchero nella guancia per “liftare” il viso – è diventato materiale virale.

Nel 2024, con i figli ormai grandi, Gwyneth è tornata sul grande schermo al fianco di Timothée Chalamet nel film Marty Supreme, in uscita il 25 dicembre.
Sebbene Goop fatichi a generare profitti consistenti, il brand rimane sinonimo di lusso e benessere aspirazionale. Gwyneth ha anche accennato al desiderio di lasciare l’azienda alla figlia Apple, che mostrerebbe un “interesse genuino” per portare avanti l’eredità materna.
Come osserva il suo agente e amico Richard Lovett: “Apple non sarà la prossima Gwyneth, sarà l’originale Apple.”
Attrice premiata, icona di stile, imprenditrice controversa e pioniera del benessere elitario: Gwyneth Paltrow ha incarnato tutte queste cose, spesso contemporaneamente.
Più che per il suo Oscar o per i suoi film cult, sarà ricordata per aver ridefinito cosa significhi stare bene – e quanto siamo disposti a pagare per riuscirci. A 52 anni, la sua storia continua a far discutere, a ispirare e, come sempre, a dividere.