Il principe dormiente muore, struggente storia di Al Waleed

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Il sole di Londra era ancora basso quando, in un giorno del 2005, il destino del giovane principe Al-Waleed bin Khaled bin Talal Al Saud cambiò per sempre.
Aveva solo 15 anni, una vita intera davanti, e frequentava un prestigioso college militare britannico. Ma un terribile incidente automobilistico gli spezzò l’adolescenza, lasciandolo sospeso tra la vita e la morte, in un sonno profondo e senza risveglio.
Quel giorno, il principe riportò gravi lesioni cerebrali, un’emorragia interna e un trauma che lo condannò a uno stato vegetativo.
I medici fecero il possibile, ma il verdetto fu chiaro: il giovane non avrebbe più ripreso conoscenza. Eppure, in patria, il padre, il principe Khaled bin Talal Al Saud, rifiutò con forza la decisione di interrompere il supporto vitale.
“Finché c’è anche solo una possibilità, anche minuscola, io continuerò a sperare”, disse anni dopo, a chi gli chiedeva perché tenesse ancora in vita suo figlio.
Trasportato a Riad, nel cuore dell’Arabia Saudita, Al-Waleed fu ricoverato al King Abdulaziz Medical City, dove rimase per vent’anni attaccato a un respiratore.
In tutto quel tempo, il padre fu una presenza costante. Pregava accanto al letto, parlava al figlio come se potesse sentirlo, lo toccava con delicatezza, come se un gesto d’amore potesse svegliarlo.
I sauditi e molti nel mondo arabo iniziarono a chiamarlo “il principe dormiente” – non con pietà, ma con affetto.
Il suo nome divenne simbolo di speranza, di fede incrollabile, ma anche di un dolore silenzioso che si trascina per anni. Alcuni video pubblicati nel corso degli anni lo mostravano mentre muoveva lievemente un dito o apriva per un attimo gli occhi.
Illusioni o miracoli? Non importava: per la famiglia, erano segni.
Poi, il 19 luglio 2025, tutto si è fermato.
Con un messaggio pubblicato su X, il padre ha annunciato la notizia che nessun genitore vorrebbe mai dare:
“Con cuori credenti nella volontà e nel decreto di Allah, e con profondo dolore e tristezza, piangiamo il nostro amato figlio: il principe Al-Waleed bin Khaled bin Talal bin Abdulaziz Al Saud. Che Allah abbia misericordia di lui.”
Aveva 36 anni. La sua vita era trascorsa quasi per intero in un letto d’ospedale.
Subito dopo l’annuncio, il mondo dei social si è fermato.
L’hashtag #SleepingPrince è esploso. Migliaia di messaggi di condoglianze, preghiere, ricordi. “Il tuo tempo sulla Terra è stato una benedizione per la tua famiglia e per il mondo intero”, ha scritto un utente.
Un altro ha detto: “Possa la sua dolce anima riposare in pace. Ha combattuto a modo suo per vent’anni.”
Le preghiere funebri si terranno oggi presso la Moschea Imam Turki bin Abdullah a Riad.
Le preghiere per le donne si sono svolte all’interno del King Faisal Specialist Hospital, dove il principe aveva trascorso i suoi ultimi anni. Per tre giorni, amici, parenti e membri della famiglia reale si recheranno a porgere le loro condoglianze.
Al-Waleed era il primo figlio di Khaled bin Talal, nipote di Al-Waleed bin Talal, uno degli uomini più ricchi del mondo, e pronipote di Re Abdulaziz, il fondatore dell’Arabia Saudita moderna.
Ma il suo nome non verrà ricordato per la discendenza o per ricchezze accumulate. Verrà ricordato per il coraggio silenzioso con cui ha affrontato un’esistenza fragile, e per l’amore assoluto di un padre che non ha mai smesso di credere.
Il suo non è stato solo un lungo sonno. È stato un esempio di dedizione familiare, di umanità, e di quanto la speranza possa resistere anche al tempo stesso.
Oggi, quel sonno si è trasformato in pace.
E nel cuore di chi ha seguito la sua storia, il principe dormiente vivrà ancora a lungo.