
#image_title
L’Italia incassa l’ennesimo colpo durissimo della sua storia recente, ed è uno dei più pesanti. A Oslo, la Nazionale viene spazzata via 3-0 da una Norvegia brillante, concreta e superiore in ogni zona del campo.
Un risultato netto che, dopo un solo turno delle qualificazioni ai Mondiali 2026, mette già a forte rischio l’accesso diretto alla fase finale. Gli Azzurri sono a zero punti nel Gruppo I, con una differenza reti disastrosa (-3), mentre la Norvegia è già in fuga, a quota 9.
Non è più una sorpresa, ma ogni volta fa più male. La strada verso la qualificazione diretta — riservata solo alla prima classificata — è già in salita.
La partita si decide nei primi 45 minuti, in un dominio tecnico e mentale dei padroni di casa.
Al 14’ arriva il primo errore: Bastoni sbaglia in uscita, Nusa recupera e lancia Sorloth, che insacca sotto le gambe di Donnarumma.
L’Italia non reagisce, e dieci minuti dopo è lo stesso Nusa a siglare il raddoppio con una percussione da sinistra e un destro violento che sorprende ancora il portiere azzurro.
Il colpo del KO arriva al 42’, quando Ødegaard trova Haaland in profondità: il bomber del City salta Donnarumma e firma il 3-0.
Nel secondo tempo la Norvegia si limita a controllare. Gli Azzurri tentano di alzare il baricentro, ma senza efficacia né idee.
L’unico squillo lo firma la Norvegia: Berge colpisce una traversa con un destro da fuori. L’Italia chiude senza tiri pericolosi in porta e con una prestazione che riporta alla mente le amarezze recenti: dalle eliminazioni mondiali 2018 e 2022 alla fragilità già mostrata nei test contro la Germania.
A fine gara, il commissario tecnico Luciano Spalletti prova a tenere la barra dritta:
“Abbiamo preso un gol evitabile e poi abbiamo subito la loro superiorità. Mancano giocatori che saltano l’uomo, è un limite evidente. Ma io vado avanti con questo gruppo. Dopo la partita contro la Moldova parlerò con il presidente Gravina: è giusto chiarire idee e scelte”.
Spalletti ha guidato finora l’Italia in 23 gare, con 11 vittorie e 6 sconfitte. Ma l’impressione è che la sua Nazionale non sia mai davvero decollata. Contro la Norvegia, troppo lenta, imprecisa, e priva di identità.
Anche il capitano Donnarumma è apparso sconsolato ai microfoni Rai:
“Non ci sono spiegazioni. I nostri tifosi non meritano questo. Serve un esame di coscienza”.
Il vero problema è che si rischia di entrare in un loop ormai familiare.
L’Italia non disputa un Mondiale dal 2014. Dopo la sconfitta di Oslo, la terza assenza consecutiva non è solo una possibilità: è una minaccia concreta. Ora serve una svolta immediata, ma soprattutto serve ritrovare un’identità.