Jane’s Addiction: la reunion finisce in tribunale

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Una reunion attesissima si è trasformata in una battaglia legale: i membri dei Jane’s Addiction – Dave Navarro, Eric Avery e Stephen Perkins – hanno intentato una causa da 10 milioni di dollari contro il cantante e frontman della band, Perry Farrell, accusandolo di aver causato la cancellazione del tour nordamericano e l’interruzione della produzione di un nuovo album.
La causa, depositata presso la Corte Superiore della Contea di Los Angeles e ottenuta da Variety, affonda le sue radici in un grave incidente avvenuto durante un concerto a Boston nel settembre 2024.
Secondo i documenti, Farrell avrebbe colpito con un pugno il chitarrista Navarro durante lo show, costringendo l’intervento dello staff tecnico e l’immediata interruzione della performance.
L’evento ha segnato la fine della reunion tanto pubblicizzata della formazione originale, portando alla cancellazione delle restanti date e alla sospensione delle attività musicali del gruppo.
Gli avvocati di Navarro hanno accusato Farrell non solo di aggressione e percosse, ma anche di aver inflitto intenzionalmente stress emotivo, aver violato doveri fiduciari e aver mancato agli obblighi contrattuali con gli altri membri.
“Nel 2024, Perry ha convinto il gruppo a riunirsi, e tutti noi eravamo pronti a catturare lo spirito originario della band”, ha dichiarato Christopher Frost, legale dei tre membri.
“Inizialmente, c’era una forte energia creativa, ma Farrell si è dimostrato inaffidabile, alternando momenti di assenza a comportamenti destabilizzanti fino all’aggressione fisica sul palco”.
Dopo l’incidente, la band ha annunciato la cancellazione del tour, citando “un persistente schema comportamentale” e “problemi di salute mentale” di Farrell.
Navarro, Avery e Perkins avevano espresso pubblicamente preoccupazione per la sicurezza del gruppo, sottolineando la necessità di proteggere non solo loro stessi ma anche Farrell stesso.
Dal canto suo, Farrell ha risposto per mezzo dei suoi legali definendo la causa un tentativo di manipolare la narrazione: “Questo è un chiaro tentativo di isolarlo e intimidirlo, solo dopo che il gruppo ha intuito un’azione legale da parte nostra”, si legge nella dichiarazione.
“Hanno rilasciato una comunicazione diffamatoria e infondata sulla salute mentale di Perry e cancellato il tour senza il suo consenso”.
Successivamente, Farrell ha pubblicamente chiesto scusa per l’accaduto, riconoscendo il proprio comportamento come “imperdonabile”. “Mi assumo la piena responsabilità per le mie azioni”, ha dichiarato. “Mi dispiace per Dave, per i fan, per la mia famiglia. Ho raggiunto un punto di rottura e sto cercando di affrontarlo”.
Il caso rimette in discussione non solo il futuro di una delle band simbolo dell’alternative rock, ma anche il difficile equilibrio tra arte, salute mentale e relazioni professionali in un’industria che non sempre lascia spazio alla fragilità umana.