La mamma di Larimar disperata “La hanno uccisa, ho fatto i nomi”

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La mamma di Larimar è disperata, non vive più, cerca sua figlia in casa e si sente in colpa per non aver avuto la forza di sollevare da terra sua figlia per portarla in ospedale in tempo utile. “Era ancora calda, forse si sarebbe potuta salvare, ma non sono riuscita a sollevarla, era troppo pesante”. La ragazzina di 15 anni, tutto era tranne che insoddisfatta e depressa per suicidarsi, la mamma non ha mai creduto che la figlia abbia potuto prendere una decisione del genere. La ha trovata legata, impiccata a un albero del giardino di casa, è riuscita a slegarla a liberarla dalle corde ma non a salvarla.
“Mi aveva detto poco prima che era accaduta una cosa grave, ma cosa può esserci di così grave per uccidersi a 15 anni? Mia figlia rideva sempre, non si è uccisa me la hanno ammazzata” la mamma non si dà pace, dal giorno della morte di Larimar non dorme più, non riesce a credere che sua figlia le sia stata portata via da un momento all’altro.
“Abbiamo dei sospetti su chi possa essere stato- ha raccontato oggi la signora a Mattino4- perché abbiamo scoperto che mia figlia è stata minacciata di morte, quel giorno a scuola. Non posso dire su chi cadono i miei sospetti. Ho parlato con gli inquirenti. Abbiamo fatto nomi e cognomi.”
Anche la Procura ha avanzato grossi dubbi sull’ipotesi del suicidio, l’autopsia ha stabilito che Larimar aveva i segni delle corde poi slacciate dalla madre nel tentativo di soccorrerla, mentre collo, addome e piedi erano legati con la catena dell’altalena. Le mani però erano libere e non presentavano segni di reazione al soffocamento, l’osso cervicale non era spezzato e le scarpe erano pulite, nonostante l’albero si trovi in mezzo al terreno agricolo. Tutti elementi che inducono gli inquirenti a definire “anomale” le modalità del suicidio.
Il fascicolo sul tavolo dei magistrati in teoria sarebbe ancora senza i nomi dei responsabili, ma ieri 20 novembre i giudici hanno sequestrato 8 cellulari appartenenti ad altrettanti amici e conoscenti della quindicenne, soprattutto si sta indagando per capire se dietro il gesto della ragazza, possa esserci il timore che venissero diffuse sue foto intime.
Larimar si era trasferita lo scorso anno a Piazza Armerina, in Sicilia, con la sua famiglia, proveniente da un paese in provincia di Varese dove era amatissima, aveva ottimi voti a scuola e giocava a pallavolo, la sua passione. In Sicilia si era ambientata abbastanza, aveva festeggiato il compleanno qualche settimana fa con i suoi amici, a testimonianza i video pieni di spensieratezza pubblicati su TikTok. La prossima estate dopo la fine della scuola stava progettando un viaggio con la famiglia, tutti elementi che inducono a pensare che Larimar fosse una ragazza serena.
A scuola raccontano che poco prima di morire la quindicenne aveva litigato con una compagna che l’accusava di aver avuto un rapporto col suo ex. Nella lite era stato coinvolto anche il ragazzo che messo alle strette, avrebbe confermato la circostanza davanti ad altri studenti, giustificando quanto accaduto con il suo stato di ebbrezza. A questo episodio si riferiva Larimar quando ha raccontato alla mamma che era accaduta una cosa bruttissima?
La sorella della vittima intanto ha raccontato di gelosie e rancori che avevano accompagnato l’arrivo di Larimar in paese, era stata subito oggetto di attenzioni da parte dei coetanei e a diverse persone questo aveva dato fastidio : “Mia sorella era un po’ diversa dalle ragazzine che trovi qua. E’ arrivata qua ed è stato al centro dell’attenzione. Qualcuno nutriva rancore nei suoi confronti”.
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