La sincerità amara di Gabriele Cirilli: “Mi sono pentito di fare l’attore”. La famiglia, unica salvezza.
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In un’epoca in cui si tende a celebrare solo il successo sfavillante, l’onestà nuda e cruda di un artista può suonare quasi rivoluzionaria. Gabriele Cirilli, noto comico e attore, ha sorpreso tutti ammettendo, nel corso dell’intervista a Ciao Maschio di oggi, 11 ottobre, un profondo rammarico personale: il pentimento per aver scelto la sua professione.
Nonostante una carriera di successi, il bilancio emotivo di Cirilli è in rosso. La sua confessione getta luce sui lati oscuri di un mestiere spesso idealizzato.
L’arte amata, l’arte sofferta: i dolori del mestiere
Quella che era la sua “passione più grande” sin dall’età di sette anni, e che lo aveva portato a frequentare la scuola di Gigi Proietti, si è trasformata in una fonte di profondo dolore.
“Mi sono pentito forse di fare questo lavoro… sono stati talmente tanti dolori che mi ha dato questo lavoro, rispetto alle gioie, che non so se lo rifarei.”
La sua analisi è lucida e severa: il mondo dello spettacolo è un “mestiere tosto, duro, duro, duro”. Non basta il talento; ci vogliono preparazione estenuante, una “caparbietà” quasi testarda, una fiducia in se stessi che spesso viene logorata e “troppe cose che alla fine ti stressano.”
Cirilli confessa di essersi immerso in questo mondo da persona “molto pura,” non sapendo a cosa andava incontro.
Questa ammissione, inaspettata per un volto televisivo di successo, offre uno sguardo raro sulla fatica e l’usura psicologica che accompagnano la vita dell’artista.
Il contro-bilancio: 41 anni di valori e amore
L’amarezza professionale di Cirilli trova il suo antidoto e il suo pilastro inamovibile nella vita privata: la famiglia. Se la carriera è stata fonte di tormento, l’unione con la moglie rappresenta la sua vera e ineguagliabile realizzazione.
L’attore è sposato da ben 41 anni e descrive il loro legame con un’emozione palpabile, sottolineando la vera condivisione della vita: “Abbiamo fatto veramente tutto, lei mi ha sopportato, supportato, abbiamo vissuto drammi, abbiamo vissuto momenti felici, ostacoli quasi invalicabili, invece siamo riusciti a superarli insieme.”
Per Cirilli, la longevità della loro unione non è frutto del caso, ma dell’adesione a valori solidi: il rispetto della parola data al momento del “sì.”
“Quando si mette l’anello e si dice sarò per tutta la vita con te, malattia eccetera eccetera, devi rispettare poi quelle parole.”
Il perdono come atto d’amore supremo
A dimostrazione di quanto l’amore e la famiglia vengano prima di tutto, Cirilli affronta anche l’argomento più delicato: il tradimento. In un momento storico in cui si sfascia il matrimonio “al primo soffio di vento”, l’attore ribalta la prospettiva.
Considerando i sacrifici fatti dalla moglie – che ha rinunciato al suo lavoro e ha dato tutto per lui e per il loro “figlio bellissimo” – Cirilli è pronto a concedere il perdono, a patto che ci sia sincero pentimento.
“Se lei si è pentita, se lei mi dice questo tradimento è stato solamente un colpo di testa, siamo esseri umani… io la perdonerei anche.”
È una filosofia che riconosce l’errore umano, ma che valuta la storia condivisa e l’impegno profuso come più importanti di un singolo cedimento. La famiglia, costruita in decenni, non può essere buttata via per un momento di debolezza.
In sintesi, la vita di Gabriele Cirilli si delinea come un forte contrasto: una carriera piena di gloria ma emotivamente costosa, bilanciata da un matrimonio che è un faro di valori, resilienza e amore incondizionato. Per lui, il vero successo è indubbiamente in quell’anello, e non sul palcoscenico.
