Leone XIV, colloquio privato con Zelensky in Vaticano

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“La Santa Sede è sempre pronta ad aiutare a riunire i nemici, faccia a faccia, per parlarsi”, ha aggiunto Leone XIV. Il Segretario di Stato del Papa, il cardinale Pietro Parolin, ha affermato che l’offerta consiste nella “disponibilità di uno spazio” e ha definito il Vaticano un “luogo appropriato” per i colloqui di pace.
I ringraziamenti di Zelensky
Zelensky ha ringraziato il Papa per le sue “parole speciali”, affermando in un post sui social media che “ogni nazione merita di vivere in pace e sicurezza”. Dopo l’incontro con Papa Leone, ha anche ringraziato il Vaticano “per la sua disponibilità a fungere da piattaforma per negoziati diretti tra Ucraina e Russia”.
“La Santa Sede può svolgere un ruolo importante nel porre fine alla guerra grazie alla sua voce e alla sua autorità”, ha scritto il presidente ucraino sui social media.
L’incontro
L’incontro tra Papa Leone XIV e Zelensky ha avuto luogo nel primo pomeriggio ed ha avuto una durata di circa due ore. Il capo di stato ucraino era accompagnato dalla moglie, Olena Zelenska. Prevost ha dapprima ricevuto Zelensky e la moglie nello studio dell’Aula Paolo VI, a seguire ha avuto luogo il consueto scambio di doni nello spazio che si trova alle spalle della Sala Nervi essendo l’appartamento papale al terzo piano del Palazzo Apostolico, non ancora disponibile a causa dei lavori di ristrutturazione che vengono effettuati ad ogni nuova elezione del Pontefice. Al termine dell’incontro il Pontefice ha fatto ritorno presso la residenza agostiniana che lo ospita in questi giorni.
Marco Rubio: “Vaticano potrebbe essere sede negoziati di pace”
Fin dalla sua elezione, Leone XIV ha manifestato un profondo interesse per la fine della guerra. La scorsa settimana, nel suo primo discorso domenicale, ha chiesto una “pace autentica, giusta e duratura” in Ucraina e la liberazione di tutti i prigionieri di guerra. Ha aggiunto che i bambini dovrebbero essere restituiti alle loro famiglie. Sebbene non abbia specificato quali bambini, molti bambini ucraini sono stati portati in Russia contro la volontà delle loro famiglie dall’inizio della guerra.
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