Los Angeles blindata: esercito contro le rivolte anti-ICE

#image_title
Repressione, proteste e accuse incrociate tra Stato e Casa Bianca
LOS ANGELES: È scoppiato un nuovo fronte di tensione tra lo Stato della California e il governo federale, dopo che il presidente Donald Trump ha ordinato il dispiegamento di 2.000 soldati della Guardia Nazionale a Los Angeles, in risposta a proteste scoppiate per la seconda giornata consecutiva contro le operazioni di immigrazione federali.
Il governatore Gavin Newsom ha accusato l’amministrazione Trump di cercare deliberatamente uno scontro, definendo l’intervento militare “volutamente infiammatorio” e “una strategia di caos per giustificare una repressione ancora più dura”.
Il provvedimento ha immediatamente sollevato polemiche, poiché le truppe sono state federalizzate sotto l’autorità del Titolo 10, sottraendo il controllo alla California.
Le proteste sono scoppiate venerdì, quando agenti federali dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE) hanno condotto retate in vari punti della città, compreso il quartiere latino di Paramount.
Sabato, le tensioni sono esplose con l’uso di gas lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine contro manifestanti e passanti. Alcuni dimostranti hanno risposto con bottiglie e molotov, secondo quanto riferito dal dipartimento dello sceriffo di Los Angeles.
Il bilancio provvisorio è di oltre una dozzina di arresti, tra cui quello di David Huerta, presidente del potente sindacato SEIU California.
Huerta, ferito durante le proteste, ha dichiarato dal letto d’ospedale che la sua lotta è “per l’intera comunità, contro l’ingiustizia e il terrore istituzionale”.
Il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha minacciato l’impiego dei Marines se la situazione degenererà ulteriormente.
Una posizione che Newsom ha bollato come “folle” e “incompatibile con un paese civile”.
Il sindaco di Los Angeles, Karen Bass, ha condannato le violenze ma ha anche criticato duramente le retate dell’ICE, definendole una “tattica del terrore”.
La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha risposto accusando le autorità californiane di “aver abdicato alla loro responsabilità di mantenere l’ordine”.
Stephen Miller, influente consigliere di Trump, ha descritto le proteste come una “violenta insurrezione contro la sovranità degli Stati Uniti”.
Nel frattempo, i leader californiani continuano a denunciare la brutalità e l’inaudita escalation federale. “Le operazioni federali caotiche e arbitrarie stanno lacerando famiglie e distruggendo fiducia”, ha detto Newsom, che ha mobilitato la polizia stradale statale per garantire la sicurezza senza ricorrere all’esercito.
In un clima già teso, l’accusa di “ribellione” lanciata dal promemoria presidenziale rischia di infiammare ulteriormente una città ferita, spaventata e profondamente divisa su ciò che dovrebbe essere “giustizia”.