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È una notte che rimarrà impressa nella memoria del calcio europeo e nel cuore di Luis Enrique, protagonista assoluto non solo per la vittoria del PSG (Paris Saint-Germain) nella sua prima storica Champions League, ma anche per l’intenso carico emotivo che ha accompagnato il trionfo.
Dopo il netto 5-0 inflitto all’Inter in finale, il tecnico spagnolo si è lasciato andare a un momento di commozione, dedicando il successo alla figlia Xana, scomparsa sei anni fa a soli nove anni per un osteosarcoma, una rara forma di tumore osseo.
Al fischio finale, il boato dell’Allianz Arena di Monaco di Baviera è stato accompagnato da uno striscione sollevato dai tifosi parigini: l’immagine di Luis Enrique e della piccola Xana, ispirata al celebre momento del 2015 quando, dopo la vittoria con il Barcellona, l’allenatore piantò simbolicamente una bandiera in campo accanto alla figlia.
“È stato molto emozionante vedere quello striscione,” ha confessato con la voce rotta. “Xana è sempre con me, nel mio cuore. Questo trofeo è anche suo.”
Sul piano sportivo, il PSG ha completato quella che è forse la stagione più brillante della sua storia.
Dopo anni di tentativi falliti e investimenti multimilionari, la squadra parigina ha finalmente trovato la quadra sotto la guida di Luis Enrique.
“Dal primo giorno ho detto che volevo portare a casa trofei importanti. Il club non aveva mai vinto la Champions, ora lo abbiamo fatto. È una sensazione indescrivibile”, ha dichiarato il tecnico spagnolo.
Decisiva è stata la prestazione del giovane Désiré Doué, classe 2005, autore di due gol e protagonista assoluto della finale.
“Abbiamo dominato fin dall’inizio”, ha detto Luis Enrique. “Ma volevo che continuassero a spingere. Il calcio non perdona chi si rilassa.”
Doué, stordito ma lucido nelle sue prime parole da eroe, ha ammesso: “Non riesco ancora a crederci. Abbiamo fatto la storia per il club, per il calcio francese. Siamo una grande squadra, e lo abbiamo dimostrato.”
Dall’altra parte del campo, Simone Inzaghi ha provato a contenere la delusione per una sconfitta pesante. “Fa male, certo. Ma abbiamo reagito in passato e lo faremo ancora. Usciremo più forti da questa batosta, come nel 2023.”
Questa notte però non è dell’Inter. È di Luis Enrique, della sua squadra e soprattutto di una bambina che, da lassù, avrà sorriso.