Marah Abu Zuhri, muore la giovane palestinese evacuata da Gaza

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Marah Abu Zuhri, 20 anni, è deceduta a Pisa per malnutrizione: il dramma umanitario di Gaza si riflette anche oltreconfine.
Una tragedia umanitaria che travalica i confini della Striscia di Gaza si è consumata in Italia. Marah Abu Zuhri, una giovane donna palestinese di 20 anni, è morta venerdì all’ospedale di Pisa pochi giorni dopo essere stata evacuata da Gaza tramite un volo umanitario organizzato dal governo italiano.
Gravemente malnutrita e in condizioni cliniche disperate, Marah rappresenta l’emblema della crisi umanitaria in corso nei Territori Palestinesi.
Arrivata mercoledì scorso insieme alla madre, Marah faceva parte di un gruppo di 31 pazienti palestinesi – bambini e giovani adulti – trasportati in Italia dall’Aeronautica Militare.
Questi pazienti, affetti da malattie congenite, ferite da guerra, amputazioni o forme gravi di deperimento fisico, sono stati accolti in diverse strutture ospedaliere italiane per ricevere cure urgenti.
Ma per Marah, purtroppo, l’aiuto è arrivato troppo tardi. Secondo l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, le sue condizioni erano estremamente critiche già all’arrivo: un quadro clinico complesso aggravato da un “profondo deperimento organico”.
Dopo aver avviato le prime terapie e gli accertamenti medici, la giovane ha avuto un’improvvisa crisi respiratoria e un arresto cardiaco, risultato fatale.
Secondo fonti sanitarie, Marah soffriva di una grave forma di malnutrizione, un destino condiviso da un numero crescente di civili palestinesi intrappolati da mesi in un conflitto che ha distrutto l’accesso al cibo, all’acqua e alle cure mediche.
L’ONU stima che oltre 227 persone siano morte di fame a Gaza dall’ottobre 2023, tra cui più di 100 bambini. Il Programma Alimentare Mondiale ha segnalato che almeno un terzo della popolazione non ha accesso regolare al cibo, mentre mezzo milione di persone si trova sull’orlo della carestia.
Eppure, le dichiarazioni ufficiali israeliane smentiscono la gravità della situazione. “Non esiste alcuna politica di fame a Gaza”, ha affermato recentemente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Un’affermazione che ha suscitato critiche anche tra i suoi alleati: perfino Donald Trump ha ammesso che “quei bambini sembrano molto affamati… è davvero roba da fame”.
Nel frattempo, migliaia di bambini e adulti affetti da patologie croniche o ferite di guerra continuano a vivere in condizioni disperate.
Più di 14.800 pazienti sono ancora in attesa di evacuazione urgente, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA).
Il caso di Marah non è un’eccezione, ma un simbolo. Come racconta Olga Cherevko, portavoce umanitaria dell’ONU, la crisi sanitaria è aggravata dalla malnutrizione che rende incurabili malattie prima gestibili.
La piccola Janah, una bambina di sette anni già evacuata e curata mesi fa, è tornata in ospedale in condizioni peggiori.
La morte di Marah Abu Zuhri solleva una domanda urgente: quanto ancora possiamo attendere prima che l’indifferenza ceda il passo all’azione? Le evacuazioni mediche sono una goccia nel mare, ma ogni goccia può significare la vita per qualcuno.