Marco Mengoni e il coraggio di schierarsi: la musica come ponte per la coscienza globale
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Marco Mengoni non è solo un cantautore da record e una delle voci più belle e potenti del pop italiano; è anche un artista con una coscienza che non teme di utilizzare il suo palcoscenico come megafono per temi cruciali.
L’inizio del suo tour nei palasport, dopo le trionfali date negli stadi, ha subito offerto una prova lampante di questo suo impegno costante, trasformando la Prealpi San Biagio Arena di Conegliano non solo in un luogo di festa musicale, ma in uno spazio di riflessione e attivismo.
Il messaggio forte e chiaro contro la violenza
Al termine dello show di Conegliano, Mengoni e il suo intero staff sono apparsi sul palco mentre un messaggio inequivocabile campeggiava sul mega-schermo: “Le persone che hanno lavorato a questo spettacolo sono contro il genocidio e ogni forma di violenza perpetrata in ogni parte del mondo”.
Un’affermazione che va oltre la semplice condanna, coinvolgendo attivamente tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione dello spettacolo, trasformando un evento di intrattenimento in una dichiarazione collettiva di principi etici.
Non è la prima volta che l’artista si espone sul conflitto israelo-palestinese. In passato, con la bandiera di Gaza ben in vista, aveva già espresso con parole schiette il suo disgusto per la brutalità della guerra: “Ce n’è abbastanza nel mio spettacolo di stop a questa roba orribile che ancora l’uomo continua a fare e non sa perché, però noi continuiamo a ripeterlo e magari arriva anche a quelle teste di caz*o!”.
Un linguaggio crudo, che riflette la frustrazione di fronte all’inerzia e alla violenza inspiegabile, ma che è stato accolto da scroscianti applausi del pubblico, dimostrando che l’impegno civile dell’artista è una parte integrante, e apprezzata, della sua identità.
Oltre la musica: un canto di speranza e potere collettivo
L’impegno di Mengoni non si limita alla condanna della violenza; è profondamente radicato nella fede nell’essere umano e nella potenza dell’azione collettiva. Come da lui stesso espresso, c’è una “canzone che per me, per noi sicuramente è un simbolo, un messaggio molto forte è quella di credere ancora nell’essere umano“.
Questo messaggio è un “bell’esempio di speranza, di reazione, di forza”, un invito a rifiutare la passività. “Esistiamo, abbiamo potere e non possiamo far decidere il nostro futuro da quelle quattro persone che credono di averlo” ha aggiunto, sottolineando l’importanza di riprendersi il proprio destino.
L’immagine del pubblico che idealmente si tiene per mano in chiusura è l’emblema di questa visione solidale e democratica del futuro.
Il dibattito acceso: l’arte deve schierarsi?
La presa di posizione di Mengoni si inserisce in un dibattito più ampio e acceso all’interno della scena musicale italiana, scatenato anche dalle recenti e infuocate dichiarazioni di Ghali.
Quest’ultimo ha criticato l’immobilismo di molti colleghi, definendo le loro scuse per non esporsi come “stron*ate” e “scuse” che non reggono di fronte alla gravità di un genocidio. Ghali ha sottolineato come la noncuranza possa ricadere sull’arte stessa, sulla salute mentale e sul futuro delle nuove generazioni.
Le risposte non si sono fatte attendere, da un Guè che, pur non esponendosi direttamente, ha invitato a “donare, manda il grano”, a un Fabri Fibra che ha espresso solidarietà a Ghali, riconoscendogli il merito di essersi esposto per primo e ribadendo un consenso generale sul dramma di Gaza.
Marco Mengoni, in questo contesto, emerge come una figura di coerenza e costante responsabilità. Il suo non è un attivismo estemporaneo, ma una linea etica che permea il suo lavoro.
Il successo non lo ha allontanato dalle urgenze del mondo, ma, al contrario, gli ha conferito una piattaforma ancora più ampia per ricordare al suo vasto pubblico che la musica può e deve essere anche coscienza civile, un faro di umanità in un mondo spesso tentato dall’oscurità della violenza e del silenzio.
L’artista dimostra che essere un frontman oggi significa anche essere un frontman di valori.
