Marco Mengoni e WAMI: un tour che cambia davvero le cose

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Da anni Marco Mengoni dimostra che la musica può essere strumento di cambiamento concreto. Il “WaterEqual Tour” realizzato in partnership con WAMI è la sua espressione più significativa: un’iniziativa che trasforma un gesto quotidiano come bere in un’azione d’impatto per le comunità.
L’idea è semplice ma rivoluzionaria: per ogni persona coinvolta nel tour – spettatori, tecnici, artisti – Mengoni garantisce 250 litri d’acqua potabile a famiglie in difficoltà, recuperando l’equivalente della nostra impronta idrica giornaliera.
Nel 2022, grazie a questo progetto, 30 milioni di litri d’acqua sono stati donati al villaggio di Kiteto, in Tanzania, dove famiglie Masai si dedicano ad agricoltura e allevamento in condizioni igieniche precarie: molte impiegano più di tre ore al giorno per accedere all’acqua, spesso contaminata.
L’intervento ha permesso la costruzione di un acquedotto che serve direttamente ogni nucleo familiare. È stata una risposta concreta a una necessità drammatica, realizzata con il supporto tecnico di Green Nation e WAMI, una startup nata nel 2016 proprio con l’obiettivo di garantire acqua sostenibile.
Nel 2025 la collaborazione si è spostata nello Sri Lanka, in una regione di piantagioni di tè caratterizzata da abbondanti precipitazioni ma scarso accesso all’acqua sicura.
WAMI e Mengoni hanno attivato un nuovo progetto che porterà 10 milioni di litri di acqua potabile nel distretto di Broadoak, nel cuore del paese.
Anche qui, ogni casa sarà collegata a un acquedotto con rubinetto dedicato, migliorando radicalmente condizioni igieniche e qualità della vita.
Dietro questi numeri si nasconde un’organizzazione strutturata. WAMI applica un modello “Buy One, Give One”: ogni bottiglia (o borraccia, lattina, infuso) venduta finanzia 100 litri di acqua per progetti idrici nelle aree selezionate.
Acquistare mille prodotti permette il finanziamento di un singolo rubinetto. Prima di entrare in azione, si analizza il territorio per individuare falde acquifere sostenibili, si realizza un pozzo o acquedotto, con supporto formativo per garantire la manutenzione futura da parte della comunità.
Il primo pozzo realizzato da WAMI risale al 2016 in Etiopia, dove 900 bambini e 300 abitanti hanno potuto finalmente accedere all’acqua sana, grazie alla collaborazione con la ong Lifewater International.
Da allora, WAMI ha allargato il suo raggio d’azione costruendo più di 50 acquedotti, utilizzando packaging sostenibili – come PET riciclato al 50% e bottiglie in alluminio 100% riciclabile – e piantando alberi in Italia per compensare le emissioni di Co₂.
Ma cosa spinge un artista come Mengoni a impegnarsi così in profondità?
Il primo “WaterEqual Tour” ha posto la sostenibilità al centro dell’attenzione, rendendo ogni concerto non solo spettacolo, ma occasione di riflessione e solidarietà.
In più, l’app ufficiale di Mengoni integra kit educativi per le scuole con materiali di WAMI, per sensibilizzare le nuove generazioni alla gestione responsabile dell’acqua.
E poi c’è l’aspetto umano del tour: nella sua Instagram story immediatamente dopo i due sold out a San Siro, Mengoni ha scritto parole toccanti: “Quando si vive serate come queste, viene da pensare a quello che si è fatto e abbiamo fatto insieme… un viaggio che sto facendo personalmente io e che volevo condividere con voi… dopo un anno molto difficile per me… sentire questa vostra immensa fiducia ci ha reso una famiglia ancora più grande”.
In questo post traspare una sintonia profonda tra artista e pubblico, che va oltre l’emozione live: diventa comunità, costruzione collettiva in una chiave di gratitudine e resilienza. E l’impegno con WAMI si inserisce in questo quadro, come scelta consapevole di unire note e valori.
Questa alleanza tra musica e solidarietà non è solo un’operazione simbolica: è un’iniziativa concreta che ha già portato acqua in tre continenti, supportata dai fatti.
Per il 2025, ben 46 milioni di litri donati in Tanzania, Ecuador e Sri Lanka – numeri che non lasciano dubbi sull’efficacia del progetto.
Il percorso di Marco Mengoni con WAMI rappresenta un modello di come l’arte possa contaminarsi di senso.
Non è un’operazione di facciata, ma un impegno duraturo: ogni concerto genera un impatto reale, tangibile.
E ogni spettatore diventa parte di questa missione, consegnando un contributo personale (spesso invisibile) ma somma a un cambiamento palpabile. Un’azione che va oltre l’eco degli applausi, verso un futuro in cui anche la musica aiuta a risolvere problemi concreti.