Maria Grazia Chiuri saluta Dior dalla sua Roma

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In una serata sospesa tra realtà e cinema, tra arte e moda, Maria Grazia Chiuri ha salutato la maison Dior che ha guidato per nove intensi anni.
La prima sfilata di Dior a Roma non è stata solo un evento di moda, ma un’esperienza artistica carica di significati, simbolismi e, soprattutto, emozioni.
Una sfilata che, a posteriori, si è rivelata il suo canto del cigno: La Bella Confusione, titolo provvisorio di 8½ di Fellini, scelto emblematicamente per raccontare una Roma barocca e teatrale, specchio di una carriera vissuta tra impegno, femminismo e amore per la cultura.

Nel cuore di villa Albani, tra antichità romane e un cielo crepuscolare, le modelle hanno sfilato con maschere veneziane, merletti ispirati a Eyes Wide Shut, abiti scultorei e dettagli liturgici che hanno reso omaggio tanto alla città eterna quanto alla storia del costume.
Una collezione che mescolava alta moda e costumi teatrali, con riferimenti alla classicità, alla religione, e alla cultura popolare romana: una lettera d’amore visiva alla città che ha dato i natali e la formazione creativa alla stilista.
L’atmosfera era carica di tensione, non solo per la bellezza mozzafiato dello show, ma per il sottotesto che aleggiava tra gli invitati: voci sempre più insistenti davano Maria Grazia Chiuri in uscita dalla direzione creativa di Dior, e la serata sembrava orchestrata con il pathos di un finale teatrale.

Il dress code, bianco per le donne e nero per gli uomini, si ispirava a un celebre ballo del 1930 organizzato dalla mecenate Mimì Pecci-Blunt, figura chiave per l’identità culturale della capitale.
Un tocco nostalgico e profondamente personale, come del resto tutta l’operazione messa in scena.
Il legame tra moda e cultura è stato reso ancora più evidente dalla scelta di Chiuri di finanziare, insieme alla figlia Rachele Regini, il restauro del Teatro della Cometa, storico spazio romano che riaprirà come simbolo della rinascita culturale e indipendente.

Un gesto che racconta più di mille parole la visione di Chiuri: una moda impegnata, colta, che dialoga con l’arte e con la storia delle donne.
Con un post sui social, accompagnato da un ritratto in bianco e nero e un sorriso sereno, Chiuri ha confermato l’addio. Ha ringraziato il patron di LVMH Bernard Arnault e la presidente Delphine Arnault, sottolineando la gratitudine verso il suo team e gli atelier, protagonisti silenziosi del suo successo. “Insieme – ha scritto – abbiamo scritto un capitolo straordinario e di impatto”.
A salutarla anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri: “Hai dato lustro all’Italia e a Roma. La tua sfilata è stata un picco di bellezza, il nuovo Teatro della Cometa un vero gioiello”.
Chiuri lascia Dior dopo aver triplicato le vendite e portato avanti un’estetica femminista e consapevole, che ha celebrato artiste e storie poco raccontate. Se questa è stata la fine, è stata una fine degna di un grande film italiano: aperta, poetica, e potentemente umana.