Maria Rosaria Boccia querela Feltri per le frasi offensive nei suoi confronti

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Maria Rosaria Boccia ha fatto ciò che ogni donna dovrebbe fare. Rivendicare la propria dignità e non lasciar passare alcun tipo di frase che possano umiliarla, sminuirla e denigrarla. La cosa che deve far riflettere è che Vittorio Feltri, uno che per il mestiere che fa, alle parole dovrebbe dare il peso opportuno, sia apparso meravigliato che dopo aver definito “tr**a” una donna, si sia visto recapitare una querela.
Ieri pomeriggio, 29 novembre, il fondatore di Libero nonché direttore editoriale de Il Giornale, con un post su X, ha addirittura definito delirante la querela della ex assistente di Sangiuliano, collocando nella normalità l’epiteto con cui ha definito una donna. Ma andiamo con ordine, i fatti risalgono al settembre scorso, in piena bagarre per l’intervento dell’allora Ministro della Cultura al Tg1. Un episodio a cui diverse trasmissioni che si occupano di politica e non solo, hanno dedicato spazio.
Una questione privata per quanto riguarda la frequentazione di un ministro con una sua collaboratrice, ma che è diventata pubblica quando si è sparso il dubbio che il titolare del dicastero avesse rivelato dati sensibili alla sua assistente. La Boccia da subito è stata vittima di quella società finto perbenista e profondamente maschilista in cui l’uomo viene giustificato sempre e la donna colpevolizzata anche quando non ha colpe.
Per la cronaca, tra Sangiuliano e la Boccia è il ministro ad essere sposato e nessuna e nessuno può essere definito sfasciafamiglie se dall’altro lato c’è chi quella famiglia non se la vuole fare sfasciare. In un contesto a senso unico durante L’Aria che Tira nel settembre scorso, si è consumato il commento di Feltri, davanti al quale qualcuno ha avuto anche il coraggio di sorridere.
Feltri nel corso del suo intervento, raccontando di un pranzo insieme a Sangiuliano e Boccia, interpellato su come il ministro avesse presentato la signora che era con lui, il giornalista ha risposto che il ministro l’aveva presentata come una sua amica, aggiungendo “come volete che me la presentasse, come la sua troia?”. Per Feltri a quanto pare questo frasario è normale.
Per chiarezza aggiungiamo che David Parenzo, conduttore della trasmissione, ha invitato Feltri ad usare un altro tipo di linguaggio, ma il giornalista indispettito, prima ha sottolineato di aver pagato lui il conto, poi si è tolto il microfono è offeso ha abbandonato lo studio.
Non soddisfatto Feltri ha continuato nel suo sproloquio anche in queste ore, raggiunto da Adnkronos dopo che lui stesso ha reso pubblica la denuncia, ha dichiarato :
“Se me lo aspettavo? Certo che no, ma mi sono fatto una risata. Affronto volentieri anche il processo, sarà divertente in aula. Sinceramente, una cosa così scema non mi è mai capitata. La Boccia confonde la notorietà con la popolarità, e quindi cerca di essere sempre menzionata, di andare sui giornali, di andare in tv, le piace da morire. Certo che ad aver scelto me per questa sua cosa, penso che abbia perso in partenza”
A perdere è un determinato tipo di cultura e abitudine radicata. In verità Maria Rosaria Boccia ha rivendicato la sua verità esclusivamente sul suo profilo Instagram, ribattendo colpo su colpo alle menzogne raccontate sul suo conto e alla strumentalizzazione che è stata fatta sulla vicenda che la ha riguardata. Feltri dice che la ex consigliera di Sangiuliano cerca di andare in televisione e sui giornali, in verità sono gli altri a citarla, anzi se Feltri non ne avesse fatta pubblica menzione, oggi non si saprebbe nulla della querela. Chi è quindi in cerca di visibilità la Boccia o chi ne sta sfruttando la notorietà per apparire?
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