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Martina Carbonaro è stata uccisa perché ha rifiutato un abbraccio da Alessio Tucci. E’ quanto emerso dall’interrogatorio dell’omicida della quattordicenne di Afragola, che ha sconvolto i concittadini e l’opinione pubblica italiana, quest’ultima più intenta a giudicare l’opportunità che una ragazzina esca con un ragazzo più grande quanto a prendere in seria considerazione un problema culturale che sembra non trovare modo di essere arginato.
Martina è stata colpita alla testa con una pietra mentre era di spalle, così Tucci ha raccontato le circostanze, futili, che hanno portato alla morte della ragazzina di cui tuttora dice di essere innamorato. L’omicida ha poi nascosto il corpo della vittima in un casolare abbandonato ed è andato a bere con i suoi amici per poi partecipare, insieme ai genitori della sua ex, alle ricerche di chi sapeva non sarebbe più tornata.
E’ stato l’avvocato Mario Mangazzo, legale di Tucci a riferire quanto emerso dall’udienza di convalida del fermo, tenutasi questa mattina 30 maggio presso il carcere di Poggioreale, dove il giovane è detenuto con le accuse di omicidio volontario pluriaggravato e occultamento di cadavere.
La dinamica: il rifiuto di Martina, poi la violenza
Tucci ha raccontato al giudice per le indagini preliminari, che lui e Martina si erano dati appuntamento nel casolare abbandonato nei pressi dello stadio Moccia dove poi è stato ritrovato il corpo della quattordicenne. Il posto era conosciuto da entrambi, diverse volte vi erano stati insieme, se le deposizioni trovassero conferma decadrebbe l’ipotesi di Martina costretta a seguire il suo carnefice, così come era trapelato all’indomani del ritrovamento del corpo senza vita della giovane.
Dopo il primo colpo in testa inferto con una pietra, Tucci ha dichiarato di aver colpito Martina altre due volte, la ragazza era girata di spalle dopo aver rifiutato di abbracciarlo. L’omicida con grande freddezza e consapevole di quanto accaduto, ha provveduto ad occultare il cadavere. Da queste dichiarazioni viene meno anche la tesi del raptus di gelosia dal quale sarebbe stato colto Tucci, nonché appaiono dettate dall’ipocrisia le lacrime di pentimento dell’omicida che l’avvocato di parte si è affrettato a raccontare alla stampa.
La convalida del fermo
Dopo aver ascoltato la deposizione del giovane, il giudice si è riservato di decidere sulla convalida del fermo che appare indiscutibile e sulla misura cautelare da adottare
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