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Era il medico nonché il sindaco di Rivolta d’Adda in provincia di Cremona, una persona a prima vista affidabile, Giovanni Sgroi, settantenne primo cittadino del Comune, invece l’uomo era un molestatore seriale, approfittando della sua professione avrebbe abusato e violentato almeno 4 donne, sue pazienti che si erano affidate a lui per una visita specialistica. Accusato di violenza sessuale aggravata, Sgroi è stato arrestato dai carabinieri del comando provinciale di Milano e sottoposto a custodia cautelare ai domiciliari.
Indagine partita dalla denuncia di una donna
Tutto è partito dalla denuncia di una donna, paziente del sindaco che si era sottoposta a una visita specialistica presso il centro medico di Pozzolo Martesana, in cui il sindaco, ex primario, esercitava privatamente. Le violenze sarebbero avvenute proprio durante la visita. Dagli accertamenti a seguito della denuncia della donna, i carabinieri hanno scoperto attraverso intercettazioni e perquisizioni, che quanto accaduto alla denunciante poteva essere accaduto ad altre pazienti. Dalle indagini il numero delle pazienti abusate da Sgroi sarebbe salito a quattro.
I militari dell’Arma stanno indagando per scoprire se ci siano altre vittime del medico per convincerle a denunciare il comportamento criminoso del professionista, precisando che altre eventuali vittime della condotta dell’uomo potranno contare sulle “assolute garanzie di riservatezza garantite dalla legge”.
Giovanni Sgroi
Giovanni Sgroi, settantenne accusato degli abusi e delle violenze, è di origini siciliane. Laureatosi a Messina, a 24 anni ha lasciato la Sicilia per trasferirsi in Lombardia e continuare gli studi specializzandosi in chirurgia. Professionista stimato, nel 2005 è diventato primario a Seriate e nel 2011 direttore del dipartimento chirurgico dell’azienda ospedaliera di Treviglio.
In una presentazione per la candidatura politica, Sgroi afferma che “Nei 40 anni di attività chirurgica ho sempre cercato di vedere il paziente anche come persona fragile da aiutare ad affrontare un momento della propria vita” i fatti recenti dimostrano il contrario.
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