Milano, paura a Citylife: cede l’insegna Generali, evitata la tragedia per 3 motivi

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Milano, 30 giugno 2025 – Un boato intorno alle 6:30 di mattina ha interrotto la quiete a Citylife: uno dei tre grattacieli del moderno quartiere milanese, la Torre Hadid, ha subìto il cedimento di una delle due grandi insegne “Generali” posizionate sulla sommità, a 192 metri d’altezza. L’insegna è crollata sul tetto dell’edificio. Il bilancio complessivo è di zero feriti. L’episodio avrebbe potuto trasformarsi in tragedia.
Tre fattori hanno evitato il peggio. In primis, l’orario: alle 6:30 del mattino gli uffici erano ancora chiusi e la presenza ridotta di persone ha facilitato le operazioni di messa in sicurezza da parte dei Vigili del Fuoco. Anche solo tre ore dopo, l’area sarebbe stata molto più affollata. In secondo luogo, occorre analizzare la traiettoria della caduta: anziché precipitare nella piazza sottostante (compiendo un volo di 192 metri), l’insegna si è adagiata sul tetto. Se cede una porzione pesante e rigida come un’insegna così grande, il modo in cui si stacca e cade può essere imprevedibile, specialmente se il cedimento è improvviso e asimmetrico.
È andata nel migliore dei modi. Infine, in seguito all’impatto tra l’insegna e il tetto del grattacielo, non si è sviluppato alcun incendio, a causa di un’assenza di cortocircuiti. Resta ora da chiarire la causa del cedimento, probabilmente legato a un guasto meccanico nei fissaggi o nei tiranti di sostegno. Le indagini sono in corso. È stata prontamente evacuata Piazza Tre Torri, così come è stata chiusa la fermata della metropolitana che collega Citylife al resto della città. Migliaia di lavoratori hanno operato in smart working, evitando di recarsi sul posto.
Analizziamo nel dettaglio cos’è successo
COS’È LA TORRE HADID – Uno dei tre grattacieli del quartiere milanese Citylife è la Torre Hadid, nota come “Lo Storto” (il grattacielo storto, ndr). La torre è alta 177 metri: un palazzo di ben 44 piani. Deve il suo nome a Zaha Hadid, architetta irachena naturalizzata britannica, che rompendo la geometria rigida e lineare dei grattacieli tradizionali, ha disegnato uno “spazio fluido” privo di rotture nette: la torre si sviluppa infatti con una torsione ascendente, ruotando progressivamente lungo l’asse verticale.
Tale concetto in gergo è chiamato “twist” e crea un senso di dinamismo verticale. Zaha Hadid è scomparsa nel 2016, all’età di 65 anni, a causa di un infarto. Nel linguaggio più comune il grattacielo è chiamato “Torre Generali”, siccome ospita gli uffici di Generali, compagnia di assicurazione italiana. È la seconda torre più alta di Citylife (al primo posto c’è la Torre Allianz, alta 209 m; al terzo e ultimo posto la Torre PwC, con 175,5 m d’altezza). I tre grattacieli di Citylife, parte integrante dello skyline milanese, sono visibili dalla Tribuna Stampa dello Stadio San Siro.
LE STRANEZZE DELLA TORRE – Non si tratta di un grattacielo convenzionale: ha le sue particolarità, che la rendono un unicum a livello europeo. La torre compie una torsione complessiva di circa 60 gradi lungo la sua altezza: è uno dei pochi grattacieli in Europa con una torsione così marcata. Realizzare la struttura portante con una torsione del genere è stato un compito complesso: si è trattato di una sfida ingegneristica estrema, tra sforzi torsionali e compensazione dei carichi asimmetrici.
Altra peculiarità: ogni vetro della facciata è unico, nessun pannello è identico a un altro (ogni elemento è stato personalizzato in fase di produzione per adattarsi alla geometria curva). Quindi viene da pensare che in caso di incendio, ciascun vetro risponderebbe in maniera diversa. Ma in realtà la torre rispetta normative molto severe in materia di sicurezza antincendio: è dunque sicura secondo gli standard attuali, anche se ovviamente nessun grattacielo può essere definito “infallibile”.
I DETTAGLI SULL’INSEGNA “GENERALI” – Circa 15 metri sopra l’ultimo piano del grattacielo, sono presenti due grandi insegne di Generali, disposte in modo speculare ai lati della torre. Sono inoltre presenti due pannelli aggiuntivi, ma più corti, con il simbolo del leone alato. Sorge una domanda spontanea: in quei 15 metri di “stacco” fra il tetto del grattacielo e le insegne, cosa c’è? Le insegne non possono mica essere sospese nel vuoto, infatti sono presenti delle strutture di supporto.
L’impianto di supporto è stato progettato sotto forma di “struttura metallica a raggiera”, al fine di reggere il peso e resistere alle sollecitazioni del vento. La “raggiera” in questione si sviluppa partendo dal centro del tetto, come un ventaglio o una corona di “raggi” metallici: tale configurazione permette di distribuire i carichi delle insegne in modo uniforme su tutta la copertura del grattacielo
Ciascuna delle due insegne “GENERALI” è alta 15 metri. Le lettere della scritta “Generali” non sono piatte, ma tridimensionali (in rilievo), con un carattere tipografico pulito e moderno: l’effetto è quello di una scritta molto leggibile. Purtroppo non è stato reso pubblico uno dei dati più significativi: quanto pesano le insegne. Tuttavia, secondo stime esterne, ciascuna delle due insegne dovrebbe avere una massa di minimo una tonnellata e massimo tre tonnellate. Dettaglio importante: quando è stata progettata la torre, non si sapeva che il grattacielo avrebbe dovuto ospitare le due mastodontiche (e pesanti) insegne di Generali sopra il tetto.
In sostanza, la presenza delle insegne non era prevista nel progetto originario: ci si è dovuti adeguare, con un intervento aggiuntivo. La torre è stata inaugurata ad aprile 2017 e le due insegne di Generali sono state montate nel luglio del 2018. Altro dettaglio fondamentale: le insegne “Generali” sono state progettate dallo studio “Zaha Hadid Architects”, fondato da Zaha Hadid (ovvero l’architetta che ha progettato la torre), ma Zaha Hadid era già morta quando sono stati avviati i lavori di progettazione.
In sostanza, le insegne “Generali” sono una struttura aliena rispetto alla Torre Hadid, essenzialmente per due motivi: non erano previste quando la torre è stata ideata e progettata; non sono state progettate da Zaha Hadid, la quale non ha potuto neanche monitorare i lavori o offrire un parere, siccome era già morta.
LE RAGIONI DEL CROLLO – Il motivo più plausibile (ma siamo ancora in attesa del comunicato ufficiale, che potrebbe arrivare anche a distanza di giorni) è che abbia ceduto la struttura che “regge” l’insegna, collegandola al tetto. Tale struttura può non aver retto, anche solo parzialmente, a causa di corrosione o difetti di manutenzione. È probabile che il tetto abbia subìto danni localizzati, ma non uno “sfondamento” strutturale. La presenza di materiali ignifughi è stata fondamentale per evitare un incendio che sarebbe stato drammatico.
EVENTO SIMBOLICO E DENSO DI SIGNIFICATO – Milano viene ferita nel suo volto più contemporaneo. Il crollo dell’insegna “Generali” ha un impatto che va ben al di là dell’aspetto tecnico. Proprio nel cuore di Citylife, il quartiere che incarna la Milano ambiziosa, verticale e scintillante, c’è stato un crollo. Il distretto meneghino, biglietto da visita di una Milano che guarda al futuro – mèta di eventi internazionali, spot pubblicitari e sede di multinazionali – ha subìto un danno d’immagine evidente.
A Citylife, fino a ieri, tutto sembrava funzionare: era valorizzata la performance, non era contemplata l’imperfezione. Ma nella vita i limiti esistono, e ogni tanto si palesano in maniera violenta, brutale, inaspettata, beffarda. Citylife negli ultimi anni è stato anche simbolo di esclusività e di disuguaglianze urbane: un quartiere dove i prezzi delle case e degli uffici sono altissimi, spesso inaccessibili. Il crollo assume un significato più profondo.
Si è aperta una crepa nella narrazione della “città perfetta”, del quartiere che è ritenuto “di Serie A” rispetto ad altre realtà italiane. Quanto a Generali, il danno d’immagine è reale: il logo che rappresentava solidità e visibilità internazionale, si è staccato. Pur in assenza di feriti, si tratta di un colpo simbolico. Dal quale un’azienda così blasonata potrebbe, tuttavia, riprendersi anche in breve tempo.