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La tappa tedesca del MotoGp ha celebrato la Ducati. Marc Marquez ha tagliato per primo il traguardo sul circuito del Sachsenring, dietro di lui il fratello Alex con la Ducati Gresini e al terzo posto l’indomabile Pecco Bagnaia, autore di una eccezionale rimonta, sull’altra Ducati, dal decimo posto in griglia. In una gara sotto le nuvole, ma non su pista bagnata, ancora una volta in questa stagione la buona sorte non ha sorriso a Bazzecchi. Il pilota è scivolato ed uscito di pista mentre sulla sua Aprilia era in seconda posizione. Stessa sorte è toccata a Fabio Di Giannantonio, scivolato mentre era all’inseguimento.
In quarta posizione si è piazzato Fabio Quartararo, dietro di lui in ordine di arrivo, Aldeguer, Marini, Binder, Miller, Fernandez e Rins. Oltre Bazzecchi e Di Giannantonio sono finiti fuori pista durante la gara, Zarco, Acosta, Oliveira, Ogura, Mir e Salvadori. Assenti per problemi ci varia natura, Morbidelli, Vinales, Bastianini, Chantra e Martin.
Lo spagnolo si conferma ancora una volta leader della categoria incrementando i suoi punti in classifica e rendendo ancora più impressionanti i numeri relativi alle sue statistiche: 69^ vittoria in top-class (7^ quest’anno) – 95^ vittoria in tutte le classi, per la prima volta ha vinto 9 volte in un circuito, a una lunghezza dal record di tutti i tempi, 10 vittorie di Agostini ad Imatra. 69 vittorie: -20 dal record della top-class di Valentino Rossi. E’ la sua 10^ vittoria con la Ducati. 5° hat-trick (pole, vittoria, giro veloce) dell’anno, miglior valore da lui stesso nel 2014, quando ne registrò otto.
Un ritmo forsennato, che continuando così potrebbe laurearlo campione già nei primi round asiatici di inizio autunno. Nella domenica tedesca il maggiore dei fratelli Marquez è stato semplicemente perfetto, ancora più di quanto lo era stato nella Sprint del sabato. In questo momento non ce n’è per nessuno ovunque, ancora di più sul suo circuito preferito. Era da 14 anni (Phillip Island 2011) che al traguardo di una gara di MotoGP non arrivavano così pochi piloti, complici le innumerevoli cadute che hanno affievolito sempre più il numero delle moto in pista.
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