Pippo Baudo, muore l’ultimo Imperatore della tv

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Giusto di sabato sera se ne poteva andare Pippo Baudo, la sua serata, quella dei Fantastico, delle Canzonissima e delle finali del Festival di Sanremo. Abbiamo pensato spesso a questo momento, a cosa avremmo potuto scrivere di un monumento della televisione senza cadere nella retorica e nelle frasi fatte e senza cadere nell’ossequio e nella pomposità. Pippo se ne è andato nel week end di Ferragosto, in punta di piedi, così come è uscito da quella tv, dalla quale si era defilato un po’ per l’età che avanzava un po’ perché non si riconosceva più con l’avvento dei reality e dei format tutti uguali ripetuti ogni stagione, lui che era abituato a costruire trasmissioni nuove ogni anno.
Con Pippo Baudo non va via solo l’ultimo Imperatore della televisione italiana, ma uno che la televisione ha insegnato a farla, una televisione composta e piena di talento, una televisione in cui era difficile arrivare anche se di talento ce ne era. Lui stesso nel primo provino in Rai non era stato valutato perfettamente idoneo al video, ma “adatto a programmi minori”, da due maestri della televisione quali Lino Procacci e Antonello Falqui.
Un giorno triste per tutti coloro che la televisione la hanno apprezzata grazie a lui
E’ un giorno molto triste per tutti coloro che la televisione la hanno apprezzata grazie a lui, nel vedere come la faceva e il modo che aveva di pensare a tutti i particolari. Aveva addirittura fatto acquistare alla Rai il Teatro delle Vittorie, che sarebbe opportuno adesso fosse dedicato a lui, in onore dei tanti sabato sera televisivi che ci ha regalato.
Caro Pippo, la prima volta che ti ho visto da vicino era un sabato di ottobre del 1985, avevo 16 anni e fuori dal Delle Vittorie stavi provando le entrate dei ragazzi che componevano il cast del programma, eri già il mio mito. Grazie a te ho conosciuto la televisione da dentro e sono entrato in uno studio televisivo e se oggi scrivo soprattutto di televisione è perché tu me la hai fatta amare.
E va bene ho detto che non avrei personalizzato, ma non si può non ringraziarti per quei sabati pomeriggio di 40 anni fa e per quella frase che mi porto dietro come se fosse un comandamento: “Bisogna sapere andar via quando ancora la gente ha voglia di vederti non quando di te non ne può più”, un modus operandi completamente opposto in questa epoca televisiva dove si tende a mettere il cappello sulla sedia e non spostarsi più. Ciao Pippo, grazie per tutto, vederti sul palcoscenico è stato per tutti un gran privilegio, un gran dono per me.
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