Prevost in testa dalla prima votazione, il nome per la “Rerum Novarum”

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Robert Prevost, Leone XIV, ha incontrato questa mattina 10 maggio il Collegio Cardinalizio e in un lungo discorso nel quale non sono mancate anche alcune linee guida che intende portare avanti durante il suo pontificato, ha anche rivelato i motivi che lo hanno indotto a scegliere Leone come nome, chiedendo nel contempo alla Chiesa di fornire una risposta alle sfide poste dall’intelligenza artificiale.
Dopo l’elezione di giovedì 8 maggio e la Messa di ringraziamento del giorno successivo, per Papa Leone XIV è stata la prima occasione per poter dialogare con i cardinali. “Una sorta di dialogo con il Collegio cardinalizio – ha sottolineato Prevost – per ascoltare quali consigli, suggerimenti, proposte, cose concrete, di cui si è già discusso nei giorni precedenti il conclave si intende approfondire”
Il nuovo papa, primo americano a ricoprire tale carica, ha anche elogiato il camerlengo, il cardinale di origine irlandese Kevin Farrell, per “l’importante e impegnativo lavoro svolto durante tutto il periodo della sede vacante”. Ha inoltre elogiato Papa Francesco per il suo “esempio di completa dedizione al servizio e di sobria semplicità di vita”.
Il neo eletto Pontefice ha invitato la Chiesa a “rinnovare il nostro pieno impegno nel cammino che la Chiesa ha ormai percorso per decenni sulla scia del Concilio Vaticano II”. Poi in un passaggio che forse avrà fatto infuriare i conservatori, Leone XIV ha aggiunto che Papa Francesco ha tracciato “magistralmente e concretamente” la strada per la Chiesa e chiese anche una “crescita nella sinodalità”.
Con questo passaggio Prevost si è riferito allo storico Sinodo sulla sinodalità promosso da Francesco, che ha cercato di dare ai laici una maggiore voce in capitolo nella Chiesa e nel suo governo. Lo stesso Leone XIV all’epoca ha partecipato al Sinodo, in quella occasione alcuni membri di alto rango della Chiesa si ribellarono e organizzarono un contro-Sinodo per indebolire Francesco.
Il nome Leone per la Rerum Novarum
Nel frattempo il nuovo papa ha affermato di aver scelto il nome papale di Leone “principalmente a causa della storica enciclica Rerum Novarum di papa Leone XIII, che affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale”.
Questa enciclica, una risposta alla situazione della società industriale alla fine del XIX secolo, delineava esplicitamente i diritti dei lavoratori a un salario equo, a condizioni di lavoro sicure e al diritto di appartenere a un sindacato. Il nuovo Papa ha affermato che questo documento “affronta la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale”, osservando quanto si senta “chiamato a proseguire su questa stessa strada” perché oggi è in atto “un’altra rivoluzione industriale nel campo dell’intelligenza artificiale che pone nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro”.
Leone XIV ha affermato che la Chiesa può “offrire a tutti il tesoro del suo insegnamento sociale in risposta” a queste sfide.
Domenica 11 maggio alle 12,00 il primo Angelus
Domani, domenica 11 maggio a mezzogiorno il nuovo Papa farà la sua prima apparizione pubblica dopo la sua elezione a pontefice. Guiderà la preghiera della Regina Coeli (Regina del Cielo) a cui seguirà una riflessione
Le indiscrezioni sul Conclave
Intanto cominciano a emergere le prime indiscrezioni sul conclave, contrariamente a quanto si immaginava da fuori, nella Sistina le cose erano molto diverse, Prevost è stato in testa fin dal primo scrutinio e la mattina dell’8 maggio non è stato eletto per pochissimi voti. Nel pomeriggio il cardinale Parolin, il secondo tra i votati, avrebbe invitato i suoi sostenitori a convergere sul cardinale statunitense.
Che non si fosse trattato di una elezione inaspettata lo si era capito dal fatto che Papa Leone il suo primo discorso alla piazza lo abbia letto e non sia andato a braccio, probabilmente vedendo il consenso e percependo che lo Spirito Santo avesse individuato lui, nelle ore trascorse a Santa Marta ha scritto quanto voleva dire ai fedeli radunati in Piazza San Pietro.
A conferma di quanto sopra arrivano le parole del cardinale Désiré Tsarahazana, metropolita di Toamasina in Madagascar, che all’uscita dell’incontro con il Papa ha affermato che “l’incontro di questa mattina è andato molto bene, abbiamo parlato anche della necessità di rendere la chiesa più collegiale. [Prevost] È un ottimo Papa e ha avuto molto più di 100 voti”
Il Cardinale Parolin, ha ringraziato quanti del suo paese hanno pregato e fatto il “tifo” per lui, in una lunga lettera sul Giornale di Vicenza ha precisato che è stato umanamente comprensibile il sostegno della sua gente, ma che nelle logiche cristiane bisogna seguire altri segni. Ha poi parlato del grande applauso succeduto all’elezione del Pontefice:
“Credo di non rivelare nessun segreto, se scrivo che un lunghissimo e caloroso applauso è seguito a quell”accetto’ che lo rendeva il 267mo Papa della Chiesa Cattolica. Di lui mi ha colpito soprattutto la serenità che traspariva dal suo volto in momenti così intensi e, in un certo senso, ‘drammatici’, perché cambiano totalmente la vita di un uomo”.
La caramella di Tagle
Indiscrezioni sul conclave sono arrivate anche dal cardinale filippino Tagle, tra i favoriti della vigilia e apprezzatissimo anche sui social :
“Per Prevost si trattava del primo conclave e muoversi non era facile, lo vedevo spaesato, nel senso genuino del termine, mi ha rivolto più volte domande su come muoversi, durante l’ultima votazione, quella che da lì a poco gli avrebbe cambiato la vita, gli ho offerto una caramella, ne porto sempre un po’ con me” poi ha aggiunto scherzando ” è stato il primo atto caritatevole nei confronti del nuovo Papa”
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